Il vuoto necessario

Nel bellissimo Cinque meditazioni sulla bellezza, Francois Cheng parla del concetto di vuoto intermedio. Secondo la cosmologia cinese un soffio collega la realtà materiale a quella spirituale. Il soffio, il respiro sarebbe l’unità originaria capace di collegare tutti gli esseri all’interno di un’immensa rete (il Tao). Il ritmo del soffio vive di tre momenti: lo yin la dolce recettività, lo yang la potenza attiva e il vuoto intermedio, lo spazio necessario per l’interazione tra le due forze in campo. Il vuoto è necessario perché le due forze si incontrino, trasformandosi reciprocamente. È il luogo dove il soffio vitale circola e si rigenera. Il vuoto è necessario anche alla bellezza. Perché essa accada, deve occorre un incontro tra la bellezza presente e lo sguardo che la accoglie. Da questo incontro nasce una trasformazione di chi guarda, ma anche di ciò che è guardato. Se un tramonto, le foglie di un acero in autunno, un dipinto non vengono colti da uno sguardo, la bellezza non ha modo di conoscersi. Vive in pura perdita. Vivere in pura perdita mi sembra un pensiero bellissimo.

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