L'addetto ai lavori? Il sintomo dell'interruzione del linguaggio dell'arte.

L'attuale sistema dell'arte, avalla l'idea dell'artista-santo, non il prete (che è l'addetto ai lavori), il prete (l'addetto ai lavori) è il cerimoniere al servizio del sacro. Il prete è un funzionario al servizio del sacro, come se non potesse esistere sacro senza i funzionari, senza una macchina burocratica che ne organizza i riti. In questo gioco rappresentativo, l'artista santo, deve costituire l'oggetto puro che persiste in quanto prodotto nella sua inerzia.
Insomma il sistema è strutturato come un uomo, impossibilitato ad entrare in relazione con una donna, dove l'artista, nella sua sacralità è confinato al ruolo di cornice della fantasia della finanza creativa.
In quanto oggetto e fantasia di "mercato", il corpo e il linguaggio dell'artista non va interpretato o compreso, ma solo attraversato, la scoperta del mercato è quella della comprensione che dietro il prodotto della sua fantasia, non vi è nulla, nulla oltre la fantasia mascherata.
Il sistema in realtà non esiste è una rappresentazione autogenerata dal desiderio, è un sintomo che manifesta l'interruzione dell'arte in quanto linguaggio.
Siamo nel tempo della sospensione della dialettica tra artisti e della rappresentazione sterile del linguaggio che è già stato.
I sudditi trattano il re (l'addetto ai lavori), come se fosse tale, vittima dell'illusione che il suo ruolo sia un riconoscimento dovuto.
La parola e il linguaggio dell'artista servono per interrompere una simbologia del pregresso che frena l'adattamento al tempo, serve il trauma d'artista per sfuggire alla simbolizzazione corrente.

La realtà del linguaggio d'artista è la pietra su cui fare inciampare e cadere l'intermediazione accademica, è la presa d'atto dell'insuccesso del linguaggio d'artista intermediato dal mercato e dai suoi professionisti.
Per comprendere il prodotto di un artista non basta desiderarlo, lo si può superare ma per fare ciò bisogna comprenderne il linguaggio, non a caso, quella dell'artista, come individuo in grado, attraverso i segni, di esprimere la propria interiorità è una conquista recente della storia occidentale, bisogna ripartire da questo e chiedersi perché tale processo lo si è ordinato, e strutturalmente e cognitivamente, limitato.

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Mimmo Di Caterino

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