L'isola che non vi si vuole mostrare: Tombaroli "pisciano" sui giganti.

 

L'isola che non vi si vuole mostrare: Tombaroli "pisciano" sui giganti.

 

Che cosa sia stata e cosa rappresenti dal punto di vista storico e archeologico, la scoperta dei Giganti di Mont'e Prama in Sardegna, è in grado di metterlo a fuoco solo chi vive quotidianamente l'isola.

L’Università di Cagliari custodisce carte e ricostruzioni tridimensionali che rivelano cosa nasconde l'underground archeologico, storico e linguistico dell'arte dell'isola da quasi tremila anni.

Sette mesi di scavi sono stati solo il prologo e la premessa di quello che rivelerà  la necropoli, siamo davanti l'origine dei linguaggi dell'arte della figurazione plastica e monumentale in Occidente, scusate se è poco.

Il problema qual'è?

La non curanza e la sciatteria con la quale il Ministero sta affrontando il tutto, gli archeologi sono al momento incredibilmente fermi.

Il risultato annunciato? I tombaroli.

Cacciatori e predatori di reperti hanno già frugato in fondo a una tomba appena scoperta, fanno ciò che vogliono, "pisciano" sui giganti.

 

Era il caso di rivelarli per poi offenderli così questi giganti?

Scoperti nel 1974, forse era il caso di continuare ad ometterne l'esistenza piuttosto che offenderla senza ritegno.

Neanche una fottuta telecamera di sorveglianza a complicare la vita ai predatori.

Eppure, nella collina sullo stagno di Cabras, si sta scoprendo quella che doveva essere una grande area monumentale costruita all' incirca ottocento anni prima di Cristo.

Necropoli e  forse un tempio circondato da grandi sculture: guerrieri, arcieri e pugilatori scolpiti con una precisione sorprendente per quel periodo, è la nascita della figurazione plastica in occidente.

La scoperta nel 1974,  complice casuale l’aratro di un contadino, il lavoro dei restauratori ha consentito (dopo quasi 40 anni di oblio) di esporre venticinque statue.

Altre, una quasi integra, sono venute fuori la scorsa estate. 

Le Università di Sassari e Cagliari,  hanno terminato le finanze anche per pagare una guardia giurata e  nessuno veglia sul sonno dei giganti.

Una cooperativa di vigilanza aveva proposto di fare un bel regalo alla storia non solo della Sardegna ma di tutto l'Occidente, installare a costo zero un impianto con telecamere a infrarossi.

 «Tutti sembravano interessati alla nostra proposta – racconta il presidente della cooperativa di vigilanza, Antonio Curcu – Ma per installare gli impianti era necessario il parere della Sovrintendenza». 

Risposta, non pervenuta.

Intanto la seconda campagna di scavi dovrebbe partire nella primavera del 2015.

Affidata a una cooperativa di Reggio Emilia, sfrattati e defenestrati gli studiosi sardi, anche quelli che lavorano a Mont’e Prama da quarant’anni.

«A Mont’e Prama la terra nasconde tantissimi altri tesori – ripete Gaetano Ranieri, il professore torinese che insegna Geofisica all’Università di Cagliari – Il nostro georadar l’ha dimostrato. Tenere il sito senza controllo è grave, ma credo che per i tombaroli non sarà facile trovare tutto quello che è ancora sepolto». 

 

 

 

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Mimmo Di Caterino

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