Il colore di Mario Di Giulio è una entità emotiva, usato come espressione profonda del suo sentire lo “spazio” della pittura.
La tinta densa e corposa, trattenuta, nella forma del disegno, da linee che organizzano lo spazio della tela. I colori sono per lo più allo stato puro, la loro essenza libera piena di forza e invadenza, così capaci di comunicare i passaggi emotivi, intrappolano la retina dell’osservatore.
La sua libertà espressiva è colma di passionalità, verificabile nelle campiture piane e nelle stesure del colore e nelle macchie, in modulazione cromatiche legate ai segni e ai graffi, alle fughe di linee energetiche ma tutto sotto controllo di un equilibrio soggettivo le opere di Giulio sono musicalità narrativa che esprimono un momento di crescita che lo porta oltre la pittura.
Mario Di Giulio è nato a San Giorgio A Cremano, insegna al liceo artistico statale di Napoli ed è fondatore del gruppo “Mutandis”.
Mario Di Giulio: l'arte Napoletana? Tutta di matrice greco-romana.
I tuoi lavori sembrano essere una sintesi del classico passando, non per uno sterile figurativismo pittorico, ma per le avanguardie storiche e la civiltà dell'immagine, il tutto con la ludica leggerezza poetica del 2.0, come sei riuscito ad attraversare i limiti concettuali e ideologici che la storia del mercato dell'arte e le Accademie impongono agli artisti?
Il mio lavoro è di ricerca da diversi anni, è giusta l'analisi che fai, è la sintesi figurativa che porto avanti da sempre.
In questi ultimi decenni, uso il classico perche è la mia natura, credo di essere un artista di quelli veri, perché ogni artista deve esprimere quello che sente e non quello che vuole il mercato.
Più volte mi è stato chiesto ed ho detto di no, la mia scrittura, le mie foto, che inserisco, fanno parte del presente.
Il tuo lavoro più che una presa di posizione, mi sembra una presa d'atto, può l'artista avere una capacità d'oggettivazione storica del presente?
L'artista può e deve, altrimenti non si può considerarsi tale, il mio lavoro è una ricerca continua, perché credo in quello che faccio, la vera arte è una cosa molto seria, perciò l'artista deve con le sue capacità oggettivare il presente.
Quanto la tua formazione napoletana, pensi abbia influito sulla tua "non presa di distanza" dal classico?
La formazione napoletana è stata molto importante, Napoli ha una storia molto importante, non per questo siamo Vesuviani, i romani, i greci quelli hanno dato vita al nostro futuro........