Sabato 28 gennaio dalle 19:00 la mostra fotografica e la proiezione di “Jiyaneke Bi Hevre/Convivenza” di Garip Siyabend DUNEN. Sarà presente l’autore che racconterà il progetto in mostra e presenterà il documentario sul suo lavoro in Armenia.
Nell’attuale Armenia vivono i discendenti degli antichi curdi yazidi, vittime a più riprese di brutali massacri e tentativi di genocidio e che oggi sembrano aver trovato un equilibrio e una vita di pace.
Lo Yezidismo è un antico culto della Mesopotamia, viene chiamato zoroastrismo o religione della Natura. La storia degli Yazidi risale a tempi antichissimi, tuttavia su questo argomento le tesi sono le più svariate. Con il tentativo di genocidio del 1915-1916 hanno inizio le tristi storie di migrazione dei figli del monte Ararat, i curdi Yazidi e il popolo Armeno, che per secoli hanno vissuto assieme e assieme sono scampati al massacro pur se costretti a separarsi dalla loro madre terra, l’attuale area sudorientale della Turchia; le loro strade e i loro destini si sono nuovamente incontrati nell’attuale Armenia. Qui vivono circa 45 mila curdi yazidi, alcuni dei quali si definiscono semplicemente Yazidi. In un primo momento si insediarono nella regione di Alagaz, a 180 chilometri dalla capitale Erevan, e da lì si spostarono poi in diverse città del Paese. Con la fine del dominio Ottomano sul Kurdistan e la divisione di quest’ultimo in quattro parti, la comunità dei curdi yazidi venne divisa fra Siria, Iraq, Turchia, Iran e Caucaso. Sia a causa dei massacri subiti, sia per ragioni di natura economica, i curdi yazidi sono sparsi in varie parti del mondo. Gli armeni e gli yazidi che per secoli hanno vissuto gli uni accanto agli altri, nel 1915 furono costretti ad emigrare dalle regioni dell’attuale Turchia orientale (Kars, Erzurum, Van, Agri, Mus). I curdi yazidi si insediarono nella repubblica democratica armena fondata nel 1918; il 2 dicembre del 1920 fu fondata la Repubblica Sovietica Socialista dell’Armenia e i curdi yazidi si ritrovarono a vivere all’interno della comunità delle Repubbliche sovietiche. Con la caduta dell’Unione Sovietica gli yazidi rimasero in Armenia e fecero di quella terra la loro nuova patria. Storicamente gli yazidi hanno subito 72 persecuzioni e recentemente, il 3 agosto 2014 con l’occupazione del Sinjar da parte dell’Isis, sono rimasti vittima del 73 esimo massacro della loro storia.
Nel Paese vivono undici minoranze a cui sono stati riconosciuti ufficialmente i diritti politici e culturali. L’Armenia è stata anche uno dei centri della letteratura e dell’arte curda. Qui vi sono trentadue scuole nelle quali è prevista l’educazione in lingua curda ed esistono iniziative per proteggere la cultura dei curdi yazidi; in quelle scuole si sono formati intellettuali e scrittori. Gli armeni e i curdi yazidi in Armenia condividono la vita quotidiana in uno spirito di pace e fratellanza; le loro culture si influenzano l’un l’altra; è possibile rintracciare dei segni dell’influenza della cultura armena sui curdi yazidi, ma ciò non raggiunge mai livelli di assimilazione, e ai curdi yazidi è riconosciuta la possibilità di tramandare i loro valori culturali e religiosi. La maggior parte dei curdi Yazidi che vive in Armenia si occupa di pastorizia e commercio; una parte di loro lavora come impiegato, oppure viaggia per lavorare in altri Paesi del mondo. Nonostante la povertà del Paese, nonostante il dolore che la Storia ha loro inferto, questi popoli cercano di condividere il pane e la cultura, e di convivere in pace.
Garip Siyabend DUNEN è nato nella regione curda in Turchia e dal 2013 vive in Italia. È autore del documentario “Di nekuje/Non uccidere, della mostra fotografica Sinor/Confine”. Dal 2008 al 2015 ha collaborato in medio oriente con giornalisti, documentaristi e fotografi conosciuti a livello internazionale.
La mostra sarà aperta fino al 2 febbraio 2017.
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