Il Comune di Piove di Sacco, in collaborazione con Matteo Vanzan di MV Eventi e Enrica Feltracco, presenta la mostra “Una vita a 100 all’ora”; una retrospettiva sulla Pop Art Italiana ospitata al Centro di Arte e Cultura di Piove di Sacco dal 30 Ottobre 2015 al 22 Novembre 2015.
La mostra racconta attraverso un’esposizione mirata dei più importanti artisti della famosa scuola di Piazza del Popolo a Roma, come dagli anni Sessanta in poi ci sia stata una vera e propria rivoluzione in campo artistico in Italia, contemporaneamente all’Inghilterra e all’America. Saranno esposte le opere di Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa, Mimmo Rotella, Renato Mambor, Giosetta Fioroni, Mario Ceroli, Concetto Pozzati, solo per citarne alcuni dai più importanti.
La Pop Art è un movimento artistico emerso a metà degli anni’50 in Gran Bretagna e all’inizio degli anni’60 negli Stati Uniti. Sfidando la tradizione artistica, questa corrente rivolge la propria attenzione alla cultura popolare intesa come quell’insieme di oggetti, miti e linguaggi della società dei consumi. Una società che nel secondo dopoguerra vede la televisione entrare per la prima volta nelle case e nuovi look, canzoni, film, prodotti ed elettrodomestici diventano l’oggetto del desiderio.
Lo spirito che anima questa mostra è di raccontare come anche in Italia non sia esistita un’unica lingua pop, ma differenti linguaggi prodotti da diversi atteggiamenti di fronte alla realtà e dalle diverse esperienze dei singoli artisti. Come scriveva Lichtenstein nel 1965: “Fuori c’è il mondo. L’Arte Pop guarda fuori, al mondo; mostra di accettare il suo ambiente, il che non è né male né bene, ma soltanto segno di un atteggiamento diverso”.
Panini, fumetti e cartoni ridisegneranno la gerarchia e la geografia del potere artistico: nel 1964 alla Biennale di Venezia l’alloro va ad Arnaldo Pomodoro e Andrea Cascella, ma tutti ricordano il premio strappato da Robert Raushenberg. La realtà americana è chiaramente un riferimento, ma il linguaggio artistico italiano è intriso della cultura e delle tradizioni del nostro Paese.
L’Arte da questo momento cerca di interpretare l’immaginario collettivo del consumatore universale e si distacca da tutto ciò che prima era stato inteso come “espressionismo”, “informale” e “astratto”. Come affermò Plinio De Martiis, “La Pop Art fu una liberazione: spazzò via la soffocante accademia informale che ancora imperversava in Europa”.
Furono anche anni di contestazione sociale, politica e di protesta e tutto ciò si può cogliere nel nuovo linguaggio artistico ben espresso dalla Pop Art.
Tra il 1960 e il 1963 cominciano a riunirsi presso il Bar Rosati, uno dei locali più frequentati di Piazza del Popolo a Roma, alcuni giovani pittori tra cui Schifano, Festa, Angeli, Tacchi, Rotella e la Fioroni.
La maggior parte di questi artisti gravitava attorno alla Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis che dal ’63 si era trasferita in Piazza del Popolo, che diventa un luogo di ritrovo anche per il gruppo di poeti Novissimi che collaboravano con gli artisti romani presentando i nuovi pittori con le loro poesie.
In questo clima di forti stimoli culturali confluivano teatro, performance, cinema, fotografia, letteratura e poesia nel nome di una contaminazione tra discipline diverse. Nell’arco di un decennio cambia sostanzialmente il modo di fare pittura con l’utilizzo di nuove tecniche, nuovi materiali e nuovi soggetti.
Gli oggetti presi in prestito dalla strada, dai cartelloni pubblicitari, dai mezzi di comunicazione di massa, dalla politica, dalla moda, dalla civiltà dei consumi confluiscono nelle tele di Schifano, Angeli, Tacchi, Lombardo, Mambor e Festa a raccontare una società in continuo mutamento.
Ringraziamo per la sensibilità e l’entusiasmo con cui hanno da subito appoggiato il progetto: il Comune di Piove di Sacco, il Credito Cooperativo, Chiara Rossetto del Molino Rossetto, Barbara Pigazzi dello Studio83 Lab, l’UPA di Padova.