Un ponte culturale tra una città d’arte come Volterra ( Pi), nel cuore della Toscana e l’Australia nel segno dell’arte contemporanea che riflette sul rapporto tra i luoghi abbandonati, l’uomo e la naturacolor:black">. E’ questo il senso del video “Kalopsia” dell’artista visiva Laura Cionci (Roma, 1980), presentato lo scorso 21 marzo presso il Museum of Innocence di Mildura (un importante centro a nord di Melburne in Australia). Una produzione ideata e realizzata da Laura Cionci in collaborazione con il regista Alessandro Zangirolami (Milano, 1981) e la curatrice Eleonora Raspi ( Volterra, 1982), girato interamente all’interno del complesso monumentale dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Girolamo di Volterra chiuso negli anni ‘70. Alla presentazione erano presenti oltre ad un folto pubblico, l’autrice, il direttore del museo Domenico De Clario, Jill Morgan, direttrice del Multicultural Arts Victoria MAV di Melburne e il vice sindaco di Mildura Jason Modica. Dal greco antico la parola kalopsia indica l'illusione di percepire le cose come più belle di quello che realmente sono. Il concetto assume un significato particolare in relazione al prodotto visuale realizzato da Laura Cionci che si basa su riprese effettuate nello spazio del Padiglione Ferri dell’ex ospedale psichiatrico il quale ha già ospitato eventi di arte contemporanea. In occasione della manifestazione di arte ambientale Volterra ’73, la struttura ospitò il giovane artista Ugo Nespolo e la sua opera “La grande pillola” mentre nel 2002 l’opera di Marina Abramovic per la rassegna culturale Arte all’Arte. Con “Kalopsia” gli artisti affrontano una riflessione su concetti quali lo spazio e il superamento di confini, nonché questioni legati alla visibilità e percezione. L’ambiente viene trattato maniera astratta, una lunga sequenza che inizia e termina con la stessa inquadratura e che posiziona lo spettatore in una sorta di “loop percettivo” entro cui gli è richiesto di rimanere, riflettere, ed attendere l’apparizione di un nuovo elemento spaziale. Il video racconta il dialogo tra natura, architettura e arti – spiega la curatrice Eleonora Raspi -, e il suo fondamento teorico si inserisce all’interno del percorso di Waiting Posthuman, piattaforma di ricerca interdisciplinare fra filosofia, architettura e arte, fondata da Leonardo Caffo e Azzurra Muzzonigro. Il rapporto con i luoghi abbandonati – prosegue - implica un’alterazione del punto focale che credo possa rispecchiare la fragilità del sé contemporaneo. Consentire a noi stessi di essere fuori dal nostro luogo di appartenenza potrebbe significare permettere a noi stessi di diventare confini, testimoni attivi di passaggio e di creazione. Il nostro rapporto sociale come persone-cittadini con spazi abbandonati, in un certo senso – conclude Eleonora Raspi - , è un richiamo costante della fragilità delle frontiere e dei confini”. Dopo la presentazione del video “Kalopsia” Laura Cionci darà il via al programma di residenze per artisti previsto per lo spazio museale di Mildura. Durante il soggiorno l’artista lavorerà ad un nuovo video e il progetto affiancherà “Kalopsia”. Le due produzioni saranno presentate la prossima estate in Italia e mostrati come unica installazione. Laura Cionci inoltre sarà una delle artiste protagoniste del prossimo M’Arte 2017 “La natura delle cose”, il progetto di arte contemporanea a cadenza biennale in programma tra maggio e luglio tra Montegemoli, Pomarance, Volterra, Larderello e il Castello di Querceto (Pisa).