SEI NUOVE INSTALLAZIONI AMPLIANO IL PARCO DELL’ARTE ALTREMEMORIE IMMERSO NEI BOSCHI DELLA VAL SAISERA.
Su quelle che cent’anni fa erano le trincee della prima guerra mondiale, oggi prendono forma energie creative che collegate fra loro danno luogo ad un percorso artistico inedito, generando “altre memorie”.
Altrememorie è un parco di arte contemporanea immerso nel bosco della Val Saisera, in Friuli Venezia Giulia, fondato nel 2014 con la partecipazione straordinaria di Michelangelo Pistoletto. Da allora Modo e Zeroidee – i due enti promotori del Parco – invitano artisti internazionali a produrre installazioni artistiche per creare memorie differenti rispetto a quelle della guerra.
Altrememorie non è solo uno spazio fisico e geograficamente delimitato, ma è anche una pratica che propone di rompere con una memoria rivolta solo al passato e vede nell’arte lo strumento per creare memorie nuove che raccontino quello che potremmo essere noi, la nostra terra fra cent’anni.
Gli artisti che ogni anno lavorano nel Parco si pongono in relazione con la natura e con le memorie del luogo, alcuni coinvolgono gli abitanti rendendoli custodi o protagonisti delle proprie opere. Ciascun artista sceglie la propria prospettiva, i materiali sono quasi sempre reperiti sul posto, le idee diventano proposte, talvolta avvertimenti, quasi sempre suscitano riflessioni e stimoli per cambiare prospettiva.
Le sei nuove installazioni prodotte tra la primavera e l’estate del 2016 hanno aperto un nuovo tratto di sentiero, nuove idee e proposte sono ora custodite nella quiete del bosco, a disposizione di chi passa.
LE NUOVE INSTALLAZIONI:
Un’enorme belva è imbrigliata nella foresta e i suoi occhi sono aperti.
Un grosso masso muschioso ci invita a mantenere uno sguardo attento, autonomo e originale sulle cose. L’opera rappresenta la Belva della Guerra. Sembra legata e quasi un po’ buffa ma ha gli occhi aperti e mai si è addormentata. Anche noi abbiamo occhi per guardare, forse è bene tenerli aperti. “Occhi aperti” Luca Zaro (Udine).
Qualcuno ci guarda dal fitto del bosco.
Passeggiando, percorrendo sentieri, guadando fiumi, ascoltando, gustando l’intorno come il viaggiatore che esplora, si giunge in un luogo dove ci sorprende qualcosa di magico. Acqua che improvvisamente sgorga dal sottosuolo creando un ruscello che lascia spazio a un momento di sospensione, di silenzio e di pace. È proprio questa sensazione che ci fa alzare gli occhi e ci fa accorgere che qualcuno o qualcosa ci
sta osservando. Più si osserva e più si scovano sguardi tra gli alberi che ci spiano, scavano nelle radici del nostro essere. “Ti vedo” Francesca Bonadiman e Rocco Zanoni (Trentino Alto Adige).
Scale in legno corte, lunghe, visibili o meno, improvvisamente sono dappertutto.
A differenza di un centinaio di anni fa, quando le posizioni più elevate erano destinate a dare un vantaggio militare, supremazia e controllo, la scala qui viene usata come segno di collegamento, colmando posizioni diverse, cercando cambiamenti di prospettive e raggiungendo nuovi punti di vista senza troppe pretese – uno strumento di azione pacifica. “Scalare” Moradavaga / Manfred Eccli e Pedro Cavaco Leitão in collaborazione con Rossana Ribeiro (Porto -Alto Adige).
Poco prima del torrente, un’imbarcazione sosta tra gli abeti.
Più alta alle estremità, più larga al centro, la chiglia è un tronco curvo di albero, la connessione tra le parti ricorda una barricata. L’imbarcazione è un veicolo di memorie altre. Contiene la nostalgia, l’allontanamento, la fuga; ma anche la possibilità di arrivo, la libertà, il desiderio. “Imbarcazione” Federica Teti e Todosch Schlopsnies (Berlino).
Lungo il sentiero due spazi di contemplazione.
I Nidi, due strutture di rami e giunchi intrecciati, possono ospitare uno o due visitatori i quali, una volta seduti all’interno dei piccoli rifugi, trovano una condizione di perfetto ascolto su ciò che li circonda. Si tratta di una posizione visiva che considera profondamente la morfologia del territorio e si adatta al contesto ricercando la condizione perfetta per passare del tempo, protetti e in contemplazione. La condizione fisica dell’osservatore, al pari del suo sguardo, dialoga scopren¬do eventi microscopici vicinissimi o movimenti di fronde che si perdono nella lontananza dei fusti dell’abetaia. “I nidi” Emfa Studio, Eleonora Molaro e Andrea Foglio Para (Udine).
Nella natura lo specchio dell’anima.
L’idea dello specchio come materiale artificiale installato in natura si può tradurre nel concetto di specchio dell’anima. Tutti i ricordi e sensazioni, tutti i momenti passati e futuri accumulati in un unico posto a riflettere l’ambito dello spazio. La forma del puzzle come un pezzo mancante dell’intero ci parla delle memorie dell’inconcluso. Inga Mijatović (Capodistria).
Tutte le installazioni su www.altrememorie.it
Gli autori e le autrici delle installazioni sono:
2014_ Raffaele Cetto (Trento), Osvaldo Giuliani (Madrid, Spagna), Elena Grimaz(Udine), Andrej Koruza (Koper, Slovenia), Chiara Mu (Roma), Orietta Masin (Cervignano del Friuli), Anna Pontel (Aiello del Friuli), Laura Pozzar (Udine), Michele Tajarol (Pordenone), Marek Trizuljak (Bratislava, Repubblica Ceca).
2015_ Laura Carraro (Venezia), Mohamed Chabarik (Aleppo, Siria), Silvija Dolonga (Rijeca, Croazia),
Francesco Qualizza, Rocco Repezza e Antonio Stampanato (Udine), Melita Sorola (Rijeca, Croazia), Carlo Vidoni (Tarcento, Udine).
2016_ Moradavaga/Manfred Eccli, Pedro Cavaco Leitão, Rossana Ribeiro (Porto, Portogallo – Altro Adige), Francesca Bonadiman e Rocco Zanoni (Trentino Alto Adige), Federica Teti e Todosch Schlopsnies (Berlino), Luca Zaro (Udine), Inga Mijatović (Koper, Slovenia), Emfa Studio (Udine).
*Il Parco contiene attualmente 23 installazioni e si sviluppa in un percorso di circa 3km, su una parte dell’Alpe Adria trail e della pista di fondo Bassa Saisera, dai Prati di Oitzinger verso Valbruna (UD, FVG). La zona porta su di sé visibili tracce e memorie della prima guerra mondiale. Trincee, resti di fortificazioni, confini. Tracce che hanno suscitato la domanda fondante del progetto: se cent’anni fa, giovani di tutta Europa hanno impiegato innumerevoli energie per costruire spazi di guerra, perché non impiegare oggi le stesse energie per costruire spazi di confronto e dialogo?
Il progetto è finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia ed è portato avanti grazie al sostegno di numerose realtà e persone del luogo.
Altrememorie è visitabile anche online andando su
www.altrememorie.it
www.facebook.com/altrememorie
Instagram @Altrememorie
Hashtag #Altrememorie
Per maggiori informazioni scrivere a
info@zeroidee.com