tonon ignà è un progetto dedicato al ritorno, al movimento e alla ricerca di luoghi, cose e persone.
tonon ignà significa torniamo qua.
quest’espressione dialettale veniva spesso usate dagli abitanti della zona durante l’alpeggio estivo sulmonte toc, in particolare quando, finita la stagione del lavoro estivo su questo versante della montagna, lo si lasciava, per ritornare, appunto, al paese.
il versante settentrionale del monte toc si trova di fronte all’abitato di casso, sull’altro versante della valle. dove oggi rimane solamente il grande segno fossile della frana immensa, prima della catastrofe del 9 ottobre 1963 si trovavano i pascoli, i fienili e le case di ertani e cassani. gli abitanti di casso vivevano quindi due fasi, nel corso dell’anno: quella estiva di lavoro, al toc, e quella invernale di riposo, nel borgo.
dove si trovano erto e casso? in un luogo dove, a causa del disastro del vajont, le geografie, fisica, sociale, umana, sono state per sempre modificate e riscritte, forse non è così scontato domandarsi oggi dove ci si trovi ad essere.
l’alterazione profonda del territorio mette in discussione valori e identità che prima fornivano una solida base alla cultura locale. ora, in questo contesto, le cosiddette domande basilari (“dove mi trovo?”, “di cosa vivo?”, “cosa mangio?”, “cosa sento?”) non servono a definire in modo generico il contesto, quanto piuttosto a proporre un’intuizione (di addizione o di cambiamento) che necessariamente vive di ciò che la cultura originaria offre e/o mantiene.
ciò che si aggiunge oggi, è il presente, la contemporaneità, che reca le sue domande vitali, necessarie, essenziali ed urgenti: come sia possibile esserci, coscientemente, per andare avanti. c’è forse il bisogno di chiedersi appunto, in questo luogo tanto caratterizzato, sulla base di quali elementi, paesi come erto e casso si mantengano in vita, al fine di poter in qualche modo alimentare, con soluzioni proprie dell’arte (pluridisciplinare), una proposta reale, d’attenzione, di azione, di senso. l’obbiettivo dunque non è una discussione distaccata, ma il ritorno ad un approccio consapevole, creativo, al territorio.
gli artisti hanno lavorato a diretto contatto con il territorio, compiendo escursioni ed incontri: la residenzarimane uno degli strumenti principali ed indispensabili, che dolomiti contemporanee utilizza per mettere gli artisti nella condizione di scoprire realmente il territorio e le persone, addentrandosi nel paesaggio, in questo caso il paesaggio complesso del vajont, per comprenderlo a fondo. una delle prime esplorazioni alla geografia fisica dell’area è stata condotta insieme al geologo emiliano oddone.
importante partner di progetto è paper & people, che ha fornito a dolomiti contemporanee uno straordinario medium su cui lavorare: repap è una “carta di pietra”, prodotta con un mix di ingredienti biologici, tra i quali resine e polvere di pietra, elementi fotodegradabili e biodegradabili che si dissolvono totalmente nell’ambiente senza inquinarlo. questa carta è al 100% riciclabile, e recuperabile per la produzione di nuova carta. si ringrazia l’intera rete dei partner dc, grazie alla quale è possibile realizzare i progetti e le attività.
la mostra, come le altre attività svolte a casso, rientra nella programmazione culturale dei dolomiti days, promosse e sostenute dalla provincia di pordenone, comune di erto e casso, fondazione dolomiti unesco, regione friuli venezia giulia, turismo fvg, parco naturale dolomiti friulane, provincia di udine, turismo fvg, e viene realizzata grazie alla collaborazione con la cooperativa il mazarol.