Nadia Galbiati traduce attraverso il disegno la complessione volumetrica delle architetture urbane seguendo la procedura tipica dell'incisione. Il risultato è la riproduzione su lastre di ferro degli scorci parziali e dei corpi in rilievo che compongono un edificio - la nuova sede della Bocconi di Milano, per esempio - scelto dall'artista per enfatizzarne le relazioni pieno/vuoto. La matrice concettuale su cui Nadia Galbiati lavora è dunque il concetto primario di spazio, considerato non tanto in relazione a quel suo "sottoinsieme" che è il luogo - che potremmo chiamare la sagomatura dello spazio -, quanto piuttosto a quel corpo scultoreo che è lo sviluppo dei pieni e dei vuoti incarnato in una massa architettonica. Queste relazioni pieno/vuoto proiettate su lastre di ferro nero si combinano, negli spazi espositivi di Leo Gallery a Monza, attraverso installazioni a pavimento, opere a parete e composizioni tridimensionali, dando forma a quelle Architetture di-segnate che il titolo della mostra sintetizza icasticamente.
dal 7 maggio al 17 giugno 2011
http://www.leogalleries.com/