Come un’attrice davanti alla macchina da presa, io con i miei colori recito un monologo autobiografico, raccontando la mia storia. Sono momenti di vita reale che vengono trasportati in un ambito onirico, quasi fantastico.
Il contrasto tra la forza dei sentimenti e la leggerezza con cui questi vengono raccontati ci fanno allontanare dalla realtà (che era il punto di partenza) e ci conducono in una dimensione surreale, fatata, quasi magica. Una dimensione dove la musica si fa immagine, l’immagine si fa emozione, l’emozione diventa colore. Un tempo che ancora deve venire, che deve prendere vita e forma ma che già si arricchisce dell’intuizione presente di una persona che vuole esserne protagonista assoluta. Tutte le suggestioni sono racchiuse in un piccolo formato che rende ancora più sorprendente la scoperta di questo racconto che corre veloce.