Momò Calascibetta nasce a Palermo in vicolo del Forno.Si laurea in
architettura con Gregotti e Pollini ma sceglie di dedicarsi
esclusivamente alla pittura. Pittura che Leonardo Sciascia definirà"
come il racconto dettagliato dell'imbestiamento di una classe di potere
già sufficientemente imbestiata nella più lata avarizia e nella più
lata rapacità....". Il mondo dei sogni di Momò è abitato da draghi-
unicorno,idoli arcani,sogghignanti coccodrilli,giunoniche domatrici in
guepiere e frustino,sfrenate tauromachie e toreri evanescenti come
lemuri,cavalieri dimentichi e addormentati,minotauri ingentiliti
infiammati di passione amorosa,voluttà debordante,lascivia e
ingordigia. I suoi personaggi hanno assistito"alla caduta degli dei" ma
conservano l'imprinting del mito più alto; i suoi "relitti umani"
divorano con cupidigia, godono e si preparano all'atto unico,forse
finale,dell'effusione amorosa,della totale consunzione carnale
dell'individuo,del deliquio dei sensi nella sfrenatezza di un'avida
passione. Nel 1982 si trasferisce a Milano dove nascono tematiche come
"Comiso Park","Piazza della Vergogna","De l'Amour","Labirinto
Verticale","Terromnia"...che troveranno spazi espositivi alla
Fondazione Corrente, Fondazione Mudima,Galleria Jannone, Galleria
Philippe Daverio, ed in fiere internazionali d'arte: Arte Fiera di
Bologna ,MiArt, Artexpo New York Coliseum, Art Basel, Arco Fiera di
Madrid. Nel 2002 la Fondazione Mudima , a cura di Philippe Daverio,
organizza una mostra-evento dal titolo “Terromnia”, dove vengono
esposte per la prima volta le sculture e le opere più rappresentative
di tutte le tematiche fino ad allora trattate, configurandosi come un
evento che ha coinvolto il pubblico milanese in alcune serate
interattive tra musica, performance e dibattiti centrati intorno
all'opera pittorica e scultorea dell'artista. la Mostra susciterà
l'interesse di numerosi critici e personaggi che animano la vita
culturale della città tra i quali, Gillo Dorfles, Alessandro Riva,
Marco Meneguzzo, Liana Bortolon e Giovanni Quadrio Curzio. Nel 2004 è
stato ospite con le sue opere alla trasmissione Passepartout di
Philippe Daverio su RAI 3 e nel 2005 un suo grande lavoro "Il gelato di
Tariq"viene utilizzato per l'allestimento del set delle nove
trasmissioni estive di Passepartout. Nella Biennale di Venezia dl 2005
Momò, con altri curatori, organizza il Progetto “Esserci al Padiglione
Italia”, evento che ha voluto lanciare un messaggio alla Biennale
puntualizzando che l’arte italiana è ammorbata da una volontà dominante
verso il crescente dilagare di uno sporco e corrotto mercato dell’arte
americanizzato e monopolizzato da lobby finanziarie-culturali cieche ed
arroganti, dove l’arte si trova sempre più mummificata in eventi e
fiere varie da imbalsamatori culturali sempre più lontani dalla vita
dalla società. Nel settembre 2005 partecipa al grande progetto Plotart
a cura di Gianluca Marziani e Massimo Lupoli che lo coinvolge in
diverse gallerie d'arte contemporanee in Europa ( Studio Senko-
Danimarca, Dot Galerie -Svizzera , Fondazione Carlo Molineris-Svizzera,
Galerie kiron -Francia ,Rar Galerie -Olanda, Galerie Hartdiest-Belgio,
Galerìe Blanca Soto -Spagna ,Galleria Arturarte -Italia, Centro
Multimeios -Portogallo,La Sala Naranja -Spagna . Gli elementi e le
radici della sua “Sicilitudine”, sono stati sottolineati con testi di
Sciascia, Bufalino, Consolo, scrittori che lo hanno sostenuto nel suo
viaggio creativo. Nell’opera di Momò, da Mario de Micheli a Giorgio
Soavi, da Dentice a Testori,da Philippe Daverio a Gillo Dorfles e Marco
Meneguzzo sono state individuate le caratteristiche ed i canoni del
grande e raro disegnatore satirico.