IL POLO DELLE SCIENZE UMANE E SOCIALI DELL’ UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II”
presenta
la MOSTRA DI SCULTURA
di
EGIDIO IOVANNA
METAMORPHICA
a cura di Maria Rosaria Di Virgilio e Riccardo Fusco
BRAU, Biblioteca di Ricerca di Area Umanistica
Complesso di Sant'Antoniello delle Monache a Port'Alba, Napoli
17/12/2011-31/01/2012
Inaugurazione: Venerdì 16 Dicembre 2011, ore 17.30
Su iniziativa del Polo delle Scienze Umane e Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II – in collaborazione con il Dipartimento di Discipline Storiche Ettore Lepore, la Sovrintendenza dei Beni architettonici, paesaggistici, storico-artistici ed etno-antropologici per Napoli e Provincia – e la sponsorizzazione del Banco di Napoli s. p. a. , viene presentata
METAMORPHICA
mostra personale di scultura dell'artista irpino Egidio Iovanna, nel Complesso di Sant'Antonio delle Monache a Port'Alba (detto “Sant'Antoniello”), sede della BRAU, Biblioteca di Ricerca di Area Umanistica.
La mostra, patrocinata dalla BAPSAE., costituisce un evento culturale unico perché finora, nelle sedi dell'Ateneo Federico II, non è mai stata presentata un'esposizione di opere contemporanee, né c’è stata una manifestazione che unisse il mondo della ricerca scientifica con quello della ricerca artistica contemporanea.
La storica contrapposizione, temporale e storiografica, tra Archeologia e Storia dell'arte viene superata da una visione culturale più ampia: che, incentrandosi sullo studio della scultura ed in particolare sulla ricerca di materiali e tecniche della lavorazione dei marmi, consente di accostare sul piano teorico il passato archeologico al presente contemporaneo.
Una simile operazione è perciò del tutto singolare: sia sul piano prettamente espositivo - in quanto inaugura uno spazio di straordinario interesse, destinato alla conservazione e fruizione di un patrimonio librario universitario, ma disposto a fare da contenitore vergine di una mostra - sia su quello contestualmente critico. Si pone così in risalto l'incontro tra diverse Storie delle Arti: passate, presenti e (forse) future.
L'iniziativa espositiva, curata da Maria Rosaria Di Virgilio e Riccardo Fusco, è stata presa dal Presidente del Polo umanistico della Università degli Studi di Napoli Federico II, Mario Rusciano, e avallata da un Comitato Scientifico, composto dai docenti della stessa Università, Carlo Gasparri, ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte greco-romana e Mariantonietta Picone, ordinario di Storia dell'arte contemporanea, e da Angela Tecce, direttore di Castel Sant'Elmo.
Nel bellissimo Chiostro, di recente restaurato, del Complesso monumentale di Sant'Antonio, tra le volte affrescate e le letture dei giovani studenti, verrà presentata una selezione di 15 opere in pietra di varie dimensioni - di cui tre monumentali - realizzate dallo scultore Egidio Iovanna tra il 1998 al 2011. Ad esse saranno affiancati alcuni bozzetti più o meno recenti, adeguatamente collocati nella saletta attigua al porticato del chiostro, un tempo cappella annessa alla Chiesa di Sant'Antonio delle Monache, dove saranno anche presentati disegni, immagini, foto e video che documentano le varie fasi ideative ed esecutive dell’artista. Tra questi bozzetti si segnala in particolare la presentazione, in esclusiva internazionale, del progetto preparatorio di un’altra grande opera monumentale che verrà realizzata con il contributo di artisti provenienti dai paesi del Mediterraneo: La Porta del Mare, ultimo e più ambizioso progetto dello scultore irpino, che ha incentrato la sua ricerca sul tema del dialogo continuo o ininterrotto tra i popoli .
Grazie alla collaborazione del Polo delle Scienze Umane e Sociali della Federico II con il Museo Arca e l'Associazione culturale Oltre il Chiostro, l'esposizione napoletana delle sculture di Iovanna si completa con l’installazione di un'opera inedita, anch’essa monumentale (mt. 3, 40), nella navata centrale della Chiesa di Santa Maria la Nova, presso l’omonima piazza.
Filo conduttore della mostra, intitolata METAMORPHICA, è la coralità mutante dei corpi rocciosi, che sorti da alterazioni della loro stessa struttura o natura originaria continuano a vivere modificandosi per effetto di un' incessante ed impercettibile trasformazione, che con estrema lentezza opera nell'abisso calmo del tempo. Metamorphica dunque è tensione presente ad un “oltre la forma”, ad una mutazione incessante, ma anche richiamo e metafisica aspirazione di forme che sono un “altrove”, e che pur rinnovandosi perennemente, conservano quella apparente e monolitica impressione di eternità, quale solo la pietra può dare. Metamorfica è anche la natura geologica dei marmi utilizzati dall'artista, alcuni dei quali sono quelli che, in passato, circolavano nei confini dell'Impero romano. «Le sue pietre» scrive l'archeologo Riccardo Fusco «sono le colorate irpine, in mezzo alle quali è stato allevato: la breccia grigio-dorata, il calcare verde-grigio e l'alabastro cotognino» Altre qualità policrome di diversa provenienza arricchiscono la scena: «il verde Alpi, il bardiglio di Luni, il portoro ligure, il rosa Portogallo, l'azzurro Macauba e il marmo rosso, persiano o di Francia. Uno solo il marmo monocromo: il bianco luminescente statuario di Carrara».
«La dimensione originaria ed embrionale dell'esistenza» scrive il critico d'arte Maria Rosaria Di Virgilio «giocata tra immaginazione e realtà, la complessa interpretazione del rapporto tra l'umano e la materia, tra le curvature morbide dell'organicità e le durezze delle tessiture, l'amore unico per la pietra, muove questo artista a misurarsi con caparbietà con le forze titaniche della natura. Il suo universo di forme chiama in causa il mistero della creazione in tutte le sue manifestazioni, risalendo a ritroso il movimento vitale sino agli organismi micro-cellulari, come appare evidente nella serie degli Spermatozoi. Nella serie dei Germogli ammiriamo forme che si presentano spesso ancora indeterminate o in procinto di sbocciare, di definirsi, nell'ambigua e cosmogonica commistione (o confusione) di femminile e maschile.» Da qui scaturisce la tematica degli incastri, delle sovrapposizioni, delle osmotiche e fluttuanti onde di energia pura. Così anche le superfici lisce e ben levigate o le increspature, i solchi, i segni incisi profondamente nel tessuto o le sporgenze, le ossature, i rigonfiamenti giocano con la luce generando infinite possibilità. Le creazioni di Iovanna si caratterizzano per un'eleganza rara, un senso di equilibrio armonioso, un gusto spiccato per il grandioso ed un valore fortemente cromatico delle superfici.
La mostra è accompagnata da un Catalogo a stampa (progetto grafico Link di Stefano Spinelli), con la presentazione di Mario Rusciano, un ricco apparato di foto ed immagini e testi critici di Angela Tecce, Carlo Gasparri, Mariantonietta Picone, Maria Rosaria Di Virgilio, Riccardo Fusco, Salvatore de Falco.
Egidio Iovanna nasce a Fontanarosa (Av), da un'antica famiglia di cavatori e scalpellini che da più generazione si tramanda l'arte difficile della lavorazione della pietra. Dopo una formazione giovanile avvenuta a Carrara a stretto contatto con i più grandi maestri italiani del Secondo Novecento come Pietro Cascella, Gigi Guadagnucci, Francesco Somaini, Nado Canuti inizia la sua carriera artistica lavorando per lo Studio Giovannini di Pietrasanta, che realizza sculture su progetto di importanti artisti di fama internazionale quali Botero, Jeff koons, Igor Mithoraj, .
Iovanna acquisisce con estrema velocità la conoscenza di tecniche scultorie complesse manifestando da subito un precoce talento artistico che lo condurrà, dopo un periodo giovanile di sperimentazioni e viaggi tra Occidente ed Oriente, ad intraprendere una ricerca formale incentrata sulla pietra e a perfezionare una tecnica manuale che diviene sempre più virtuosistica. Sempre in cerca della pietra giusta e spinto da una continua tensione verso la sperimentazione, l'artista ha partecipato a diverse mostre e simposi internazionali, confrontandosi e collaborando con artisti di tutto il mondo.
La sua ricerca estetica ed il suo stile inconfondibile nascono dalla continua tensione della materia tra stasi e movimento, in particolare della pietra, che egli indaga in tutti i suoi stadi vitali dall'estrazione alla lavorazione, alle successive fasi energetiche, lasciando impresso in essa il segno di un' alta qualità lirica ed di una ricerca cromatica.
La monumentalità, lontana da retoriche celebrative ed intesa come libera espressione dello spirito è invece la sua dimensione ideale.
Titolo: EGIDIO IOVANNA METAMORPHICA
A cura di: Maria Rosaria Di Virgilio e Riccardo Fusco
Sede: Complesso di Sant'Antoniello a Port'Alba, Piazza Bellini 59-60, Napoli
Inaugurazione: Venerdì 16 Dicembre 2011, ore 17.30, Complesso di Sant'Antoniello a Port’Alba, Piazza Bellini 59-60, Napoli
Date: 17/12/2011-31/12/2012.
Orari di apertura: Complesso di Sant’Antoniello a Port'Alba, dal lunedì al giovedì, ore 9.00-16.45; venerdì ore 9.00-14.15
Aperture straordinarie: Sabato dalle ore 10.00 alle ore 17.00; Domenica dalle ore 9.30 alle ore 14.00 (tranne il 24-25/12/2011; il 31/12/2011 e il 01/01/2012)
Un'opera monumentale dell'artista Egidio Iovanna è collocata presso l'ARCA, Museo di Arte Religiosa Contemporanea, Complesso di Santa Maria La Nova, Piazza Santa Maria la Nova, Napoli, dal lunedì al sabato - dalle ore 9.30 alle 12.30
Ingresso: libero
Catalogo a stampa (progetto grafico Link di Stefano Spinelli, con presentazione di Mario Rusciano e testi critici di Mariantonietta Picone, Maria Rosaria Di Virgilio, Riccardo Fusco, Angela Tecce, Salvatore De Falco
Allestimento mostra: pietre naturali
Luci: Led Energia, Avellino
Vernissage: Feudi di San Gregorio