Era il 2012, Michail Misha Dolgopov, artista Russo, esponeva al Festival di Spoleto, quell'anno curato da Vittorio Sgarbi, un’opera raffigurante una fellatio che alludeva troppo, secondo Sgarbi, a Silvio Berlusconi e ai suoi "Bunga Bunga".
Le ANSA recitavano:
E’ lite tra Vittorio Sgarbi e Michail Misha Dolgopov dopo che il critico d’arte, ieri venerdì 29 giugno, visitando l’allestimento delle mostre di «Spoleto Arte» che s’inaugurano oggi pomeriggio alle 18,00 a Palazzo Racani Arroni, ha scoperto che lo scultore russo ha esposto una scultura decisamente provocatoria. L’opera si trova all’ingresso, subito a destra, particolarmente imponente e pesante, e rappresenta in modo assolutamente naturalistico una donna nuda inchinata davanti a un uomo nell’atto della fellatio, con una vistosa ostentazione degli attribbuti (sic). Inoltre il volto dell’uomo richiama quello dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in modo evidentemente allusivo.
«E’ una provocazione – commentava risentito Vittorio Sgarbi – di cui, nonostante i miei principi, non sono stato avvertito e non ho visto preventivamente la documentazione fotografica. Ho disposto pertanto di coprirla. Ho apprezzato molto il lavoro di Elisabetta Rizzuto che ha curato l’allestimento insieme al consorzio “Spoleto Nuova”, ma non posso tollerare che si facciano simili affronti senza esserne informato».
Il cirtico d’arte aveva poi aggiunto:
“Non sarò certo io a scandalizzarmi di una fellatio ma ho ritenuto che non fosse praticabile altra strada che quella di coprire la statua per impedirne la visione’.
Dolgopolov replicava:
“‘Il mio scopo non era far scoppiare uno scandalo mediatico. Il gesto che rappresento è un atto divino, è il mio modo di fare arte. Ho inserito questa scultura perché è l’apice di una storia. È più estrema, ma sono tutte normali, nessuna è più scandalosa di altre”.
Perché ricordarci, di una delle tante polemiche e provocazioni, che il sistema dell'arte contemporanea, con le sue imposizioni mediatiche, quotidianamente ci somministra?
Perché sembra che un anonimo collezionista pugliese, abbia sborsato ben duemilioni e dico duemilioni di euro per questo lavoro.
Perché?
Rappresenta la decadenza del fine impero?
Diverte più di un Napoleone raffigurato come Marte e idealizzato dal Canova?
In fondo il potente, in un atto così privato, è un inedito nella storia dell'arte e forse con l'assoluzione di Berlusconi questo lavoro va ben oltre il processo morale, si pensi alla scultura e la pittura erotica classica pompeiana. L'opera come tutti i linguaggi dell'arte è ambigua e sarà solo la storia a indicarci se racconta la fine o la decadenza dell'ex premier.
Attendiamo ora di vedere, come gli artisti che lavorano su una idea del linguaggio focalizzata sul potere, ci racconteranno Renzi, sta di fatto che due milioni di euro per un lavoro del genere, quando oramai dei bunga bunga berlusconiani tutti sanno tutto, intercettazioni telefoniche comprese, mi sembra una cifra un tantinello esagerata, anche perché non stiamo parlando di un artista battuto da grosse case d'asta internazionali, non sarà che sono proprio atteggiamenti del genere da parte dei privati a deformare i mercati dell'arte contemporanea?