nabil
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- http://www.nabil-art.it/
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Siriano di nascita, italiano d’adozione (dove vive e lavora dal 1966), in cultura è cosmopolita. Nabil Al-Zein in arte è
il Temporalista
Autodidatta, sostiene la primaria importanza dell’evoluzione nell’arte, quella che ha portato Van Gogh con la sua matericità a soppiantare la pittura piatta per accennare per la prima volta alla tridimensionalità. In seguito Picasso spinse ulteriormente l’acceleratore su questo tema proponendo con il suo Cubismo la figura vista contemporaneamente da varie proiezioni. A mettere il sigillo finale su questo argomento è stato Lucio Fontana col suo “Manifesto Blanco” quando ha voluto andare oltre la tela ponendo le basi per la rivoluzione spazialista con le sue tele tagliate, estro o introflesse.
Da allora è passato più di mezzo secolo nel quale abbiamo ammirato gli straordinari lavori di Castellani, Bonalumi, Simeti e altri ancora, mentre il Movimento Iperspazialista ha ampliato il concetto spaziale portandolo in una dimensione cosmica universale.
Nabil, attivo militante in questo movimento, ha puntato il dito sul concetto Spazio-Tempo di Einstein per fare il suo strappo verso la quarta dimensione del TEMPO lambendo anche la quinta: quella spirituale di Vasilij Kandinsky. Il nuovo secolo dovrà essere contrassegnato dalla rivoluzione TEMPORALISTA che punta a scandagliare nuovi orizzonti che vedono lo spazio in funzione del tempo e viceversa. Mirando al respiro del tempo individua la sua traccia nello spazio che scandisce una successione di istanti misurati quali segni indelebili del suo passaggio nel micro e macro cosmo.
Mai più solo un quadro issato al muro ma un lavoro che si è liberato del quadrato per galleggiare nello spazio talvolta appeso ad un soffitto, altre volte adagiato per terra nell’intento di mettere a fuoco la stupefacente alternanza del vuoto-pieno in funzione del movimento, catturando tracce ed individuando frammentazioni il tutto nel segno del vortice.
Una ricerca a tutto campo che abbraccia l’arte del Terzo Millennio a 360° nelle sue varie espressioni: foto, video-art, installazioni, performance, sinestetica e quant’altro.
L’arte è libertà e l’artista è un uomo libero e il fatto di averne individuato il suo percorso preferenziale non deve per forza renderlo prigioniero di questa formula magari sotto la spinta infernale del mercato. Picasso è stato sempre un artista poliedrico che non ha mai disdegnato di fare ritratti e di esprimere il suo talento sotto altre forme, come pure Michelangelo Pistoletto che rifiutava di essere identificato con una formula espressiva univoca tanto che appariva quasi incoerente nei suoi lavori e anche Gerhard Richter attraversava coscientemente tutte le discipline pittoriche senza fare distinzione tra linguaggi che per altri sarebbero assolutamente incompatibili in quanto non faceva distinzione tra pittura astratta, monocroma, di figura, “d’après “, gestuale, iper-realista, ma era capace di proporci tutto questo o addirittura di dipingerlo contemporaneamente. Per questo la rivoluzione temporalista non deve rappresentare per i suoi promotori una soffocante camicia di forza.
L’arte è armonia, ingegno, originalità e ricerca.
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