Chent'annos, venticinque anni dell'AA.BB. di Sassari
OGGETTO: CHENT’ANNOS – VENTICINQUE ANNI DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI SASSARI
Il lavoro che presento per il venticinquennale dell’Accademia di Belle Arti di Sassari è una serie di 116 disegni; 116 disegni che vogliono augurare CHENT’ANNOS e più all’Accademia di Belle Arti di Sassari e all’istruzione artistica che sappiamo con quanta eroica, mitica e mitologica difficoltà dispendi e diffondi il piacere della ricerca e della trasmissione del segno e del gesto artistico in tempi in cui questo sembra essere negato in nome dell'omologazione e della riproduzione digitale bidimensionale.
Inoltre, da ex studente terribile dell’Accademia di Belle Arti, ho interpretato l’invito anche come una verifica d'esame, mi sono immaginato studente (ed eternamente lo sono e lo sarò) che presenta una sua cartella di disegni per fare il punto sul suo linguaggio, sul suo segno e sul suo gesto, un flash-back formativo per ri-formarsi.
Ovviamente non tutti e 116 disegni saranno “messi al muro”, al muro potranno esserci 1, 3, 5, 8, 13 disegni; non so, fai tu, simbolicamente potrebbe essercene anche solo uno e nella maniera più povera e umile possibile; gli altri disegni saranno poggiati su un ripiano davanti ai disegni o al disegno al muro e saranno liberamente prelevabili dal pubblico che potrà farne quello che ritiene più opportuno; ignorarli, prenderli e portarseli a casa, sfogliarli, calpestarli, stracciarli, buttarli o custodirli.
Quello che m’interessa, in quanto libero ricercatore di un linguaggio artistico e docente che si occupa di trasmettere il senso e l’altro senso della didattica laboratoriale dell’arte applicata, è che l’arte e il suo linguaggio, non vengano imposti in maniera retorica e culturalmente forzata allo spettatore, ma che cerchi una interazione, un dialogo, uno scambio linguistico che sia fondato sulla voglia di comprensione reciproca, altrimenti non c’è arte destinata a radicarsi simbolicamente e intimamente in una comunità e in grado di determinarne l’identità.
Con affetto e stima,
Domenico “Mimmo” Di Caterino