Il problema che assilla il sistema dell'arte contemporanea in italia?
Per gli "addetti ai lavori" la politica, la mala politica che male amministra il pubblico.
L'associazione musei è sistematicamente ignorata dalla politica, i musei per il contemporaneo sembrano grandi insegne vuote il cui scopo principale è dimostrare la modernità del contesto di appartenenza che è non pubblico, ma privato; le mostre? Sono di una noiositá mostruosa, spesso agglomerati di opere minori riunite alla minore spesa e comunque provenienti da collezioni private.
L'arte contemporanea deve ritrovare le ragioni e le motivazioni linguistiche, didattiche e pedagogiche dell' opera d'arte, diversamente possiamo chiudere musei e seppellire l'arte contemporanea.
I giovani artisti?
Capaci solo di ricampionare il noto, possibilmente pescando dal bignami o dallo zingaretti della storia dell'Arte.
Tutti ad osannare il fenomeno burlesco di Maurizio Cattelan : 54 anni.
Gli ultimi padiglioni italia? Il più significativo rispetto ad una sovrapproduzione di progetti che viviamo ogni giorno, è stato sicuramente quello vuoto di Sgarbi, l'unico Padiglione Italia al quale sono stato invitato come collaboratore on line.
Ritrovare le ragioni linguistiche e processuali dell' opera significherebbe pubblico, politica e privato.
Gli addetti ai lavori? Incapaci, spesso impauriti dalla ricerca di un pubblico vero; laboratori didattici per bambini? Soldi della politica a carico del contribuente. "
L' arte in Italia è il rifugio del mediocre, dell'inetto senza qualità, si ritiene tutto possa andare bene. Cosa che non avviene per alcuna disciplina.
L'arte invece, l'arte contemporanea come disciplina linguistica e didattica per gestire e riattribuire senso anche all'arte antica, sarebbe invece una opportunità che potrebbe presiedere ogni altro ambito e disciplina umani.
Ai posteri arriverà dalla seconda metà del secolo scorso, forse la quotazione di mercato, sempre che questo mercato riesca a fare fronte alle sue incoerenze culturali che la decrescita economica evidenzia e che l'inarrestabile crescita economica fino agli anni novanta, ha nascosto, nel nome del merito di chi nel nome del prodotto ha sedato e stordito il talento.