"Thou art become", creazione e dissoluzione

Thou art become

inviato da Luigi Auriemma, riceviamo e pubblichiamo:

 

Creazione – Atto primo – Parto

L’artista entra in contatto con il concetto di trascendenza ogni qualvolta si trova di fronte alla creazione di un’opera.

Egli tenta costantemente con la propria opera di ricreare il mistero dell’atto della creazione divina.

L’opera diventa un atto ri-creativo.

Produrre un’opera, un atto di creazione, equivale per l’artista all’esercizio della preghiera per gli uomini di spirito.

L’artista si trova con il proprio corpo (fisico, mentale, spirituale) a creare e contemporaneamente a interloquire con il “corpo dell’opera”; diventa un faccia a faccia tra il corpo dell’opera e il corpo dell’artista.

Ma è solo quando si è entra nella dimensione del  vuoto originario, generatore che si ricrea l’atto della creazione e la conseguente crescita spirituale.

L’opera, “Thou art become”, affronta il tema del ciclo temporale della vita, dalla nascita alla morte, dall’origine alla fine.

 Gli elementi che compongono il corpo dell’opera sono: l’argilla, la cenere e parole. L’argilla è l’elemento con cui è stato plasmato il principio maschile (Adàm, il primo uomo). L’argilla è terra (EARTH), terra madre di tutti gli esseri viventi, è principio femminile indicato dalla parola “Eva” all’interno del termine ebraico DEVARÒ che significa “la sua parola” (“in principio fu il verbo”), in questo caso la parola del corpo dell’opera. La cenere contenuta nei cubi di argilla è ciò che resta dopo il nostro passaggio terreno: è elemento custode del nostro corpo vivo (VIS) , del peso del nostro corpo (PESÉE) dei nostri pensieri (MANAS e PENSÉE), dei nostri sentimenti e passioni (HEART) .

Il tempo, che intercorre dall’origine alla fine, un tempo dilatato, storico, è evidenziato dalla parola “EVO” all’interno della parola “DEVORÀ” che sempre in ebraico significa “ape”, simbolo di impollinazione e di unione tra il principio maschile e quello femminile. Lo scorrere del tempo, il ciclo della nostra vita è sottolineato sulle facce di alcuni cubi con numeri corrispondenti a date e da uno dei numeri considerati in matematica trascendenti che simboleggia il tempo infinito.

I numeri giocano un ruolo importante anche nella struttura compositiva dell’opera. Quest’ultima è composta da tre sequenze di cubi disposte su tre livelli, ognuna è formata da undici cubi. Il numero undici è considerato un numero nefasto. La somma di tre volte 11 è 33 che corrisponde al numero di anni di Cristo; cioè al tempo di vita trascorso dal corpo terreno prima di ascendere al regno dei cieli.

Il titolo dell’opera “Thou art become” (tu diventi arte) sta ad indicare l’avvenuta transustanziazione del corpo dell’artista nel corpo dell’opera.

La parola che è funzione strettamente correlata all’uomo si trasferisce all’opera che si trasforma da un insieme di elementi in un corpo che comunica: si trasforma in un corpo parlante. Un corpo che emette parole, che partecipa ad un discorso che è iniziato prima della nostra venuta al mondo e che continuerà anche dopo la nostra morte.

 

Dissoluzione – Atto Secondo – Catarsi

Come presagio indicato da uno delle parole che conteneva l’opera, “MANAS” composta da “MAN” (uomo in inglese)  e “AS” (cenere in lingua olandese), essa si trasforma in “uomo e la propria cenere” ovvero l’opera e la propria cenere”.

“Thou art become” si distrugge tre giorni prima della chiusura dell’esposizione PaleoContemporanea.

La dissoluzione dell’opera non può essere meglio descritta dalle parole poetiche dell’amico Giovanni Aloi .

Catarsi di un capolavoro

L'opera è crollata, bomba nucleare che annulla il suo significato, hiroshima, nagasaki, sayonara scheletri fumanti, auf wiedersehen ebrei gassati,un saluto ai morti di ogni strage e tante scuse ai vinti risparmiati; arte, terapia, cuore, cervello, puoi ascoltarmi devoto fratello?
Grazie alla vita che ci ha dato tanto, gratuito spettacolo,ossa fuoruscenti dalla sabbia compatta.
E quindi l'opera fu abbattuta, annullando il suo substrato, e l'opera cedette di schianto scorticando il solito passato,ispirazione del boia vestito da milord compassato, artista in piena ascesa.
Ma l'opera fu demolita in briciole e trucioli. E l'opera rivolge il ridicolo verso chi l'ha spintonata, tessere di poesia generate da un malato.
E l'opera e il suo supporto e il mondo tutto intero e tutta l'argilla col terreno dissodato,batte un cuore, batte, e l'opera scivola nell'oblio ricercato, e l'opera sparisce e c'è chi è rovinato.
E l'opera.
L'opera.
Opera.
ERa.
E'.

Luigi Auriemma

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