LA SCELTA DI RENOIR di Giuseppe Veneziano

giuseppe veneziano artista

 

 

 

 

 

 

LA SCELTA DI RENOIR
di GIuseppe Veneziano

 

 

Nell’arte come nella vita ci sono scelte che cambiano radicalmente il percorso di un artista. Pierre-Auguste Renoir è stato un pittore molto determinato nelle sue scelte artistiche. Nonostante il suo prezioso contributo nel far nascere un movimento artistico come l’impressionismo, egli non ne fu, in seguito, un grande sostenitore. Infatti, dopo pochi anni, se ne distaccò completamente. Questa scelta ha fatto sì che, per molto tempo, il suo nome fosse messo in ombra, rispetto agli altri componenti del gruppo che mantennero vivo il movimento. Anche la storia dell’arte, spesso, lo cita soltanto per il periodo che va dal 1872 al 1883.

 

(Pierre Auguste Renoir - Les grandes baigneuses, 1887, Oil on canvas, Philadelphia Museum of Art, Philadelphia)

Cosa spinse Renoir a cambiare direzione, intraprendendo un percorso isolato che lo allontanò dai vecchi compagni di viaggio? Le motivazioni sono molte, ma quella che ebbe maggiore rilevanza fu una riflessione profonda che fece dopo un viaggio in Italia, sul mestiere del pittore e sull’oggetto che egli produce: il quadro. Renoir si convinse fermamente che l’artista è l’artigiano che realizza il quadro, e dato che questo è un oggetto ideale anche la tecnica che lo produce deve essere ideale.
Per Renoir qualsiasi teoria applicata ad un quadro è una sovrastruttura superflua; ogni teoria in pittura serve solo a mascherare l’insufficienza dei mezzi espressivi; un’opera bella non ha bisogno di nessun commento, essa si commenta da sola; l’ideale di bellezza va cercato nella pittura stessa, fatta soltanto di tocchi di colore che accostati ad altri, formano una vibrazione cromatica sulla tela; tutte le energie di un buon pittore devono essere, costantemente, concentrate sull’oggetto d’arte che produce; il quadro non è la proiezione prospettica di uno spazio reale, ma uno spazio ideale fatto di colori ben raccordati e di luce artificiale prodotta dal colore stesso; la pittura non è il mezzo, ma il fine dell’opera.

 

(Pierre Auguste Renoir, Baigneuse assise, 1892, Oil on canvas, Metropolitan Museum, New York)

Renoir faceva spesso dei parallelismi fra la pittura e la poesia. Sosteneva che la qualità di una poesia non viene data dall’altezza dei pensieri espressi, ma dal lirismo fonetico delle parole e dal ritmo dei suoni. E’ proprio per questa sua risoluta convinzione (secondo la quale la pittura si deve occupare solo di problematiche inerenti alla sua realizzazione) che il pittore francese non fu mai un maestro da prendere come esempio. Cézanne e Monet furono, sicuramente, più influenti per le generazioni future, poiché nel loro lavoro, il pensiero che sosteneva l’opera aveva una valenza maggiore rispetto alla resa finale del quadro. Nell’immediato storico, Renoir non ebbe ragione ad uscire dal gruppo degli impressionisti, dal momento che le sue idee sulla pittura risultarono poco rivoluzionarie. Ma se pensiamo a tutto il Novecento e ai movimenti artistici che si sono succeduti fino al “concettualismo” più sfrenato, in cui l’oggetto d’arte materialmente perde la sua consistenza fisica, allora c’è da ricredersi su Renoir.

 

(Pierre Auguste Renoir. Girls at the Piano. 1892, Oil on canvas. Musée d'Orsay, Paris, France)

Forse, pensandoci bene, il maestro francese non aveva tutti i torti quando diceva che non è nel forzare il pensiero che l’opera risulta più efficace. Anzi, come la storia dimostra, è proprio in tale forzatura che l’opera materialmente scompare. Prendendo atto che la pittura non finirà mai di esistere, per quanto, ancora oggi, molti la ritengano “lingua morta”, bisogna rivalutare l’opera di alcuni artisti che l’hanno sostenuta nella sua essenza, difendendola coraggiosamente da ogni tendenza a loro contemporanea. Bisogna riportare la pittura dentro quella dimensione della vita sensibile, dove l’amore per l’arte si manifesta attraverso l’azione stessa del dipingere.

 

 

 

 

Cugino IT, la Rubrica di Giuseppe Veneziano

Informazioni su 'Giuseppe Veneziano'