Tamara Donati
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Nel 1981 si iscrive al Liceo Artistico Statale di Firenze dove consegue, nel 1985, il diploma di Maturità artistica – sezione Accademia. Durante l’ultimo anno di studi partecipa alla creazione di costumi e scenografie per la fiaba recitata da bambini: “I racconti del ragno”, andata in scena al teatro Variety di Firenze.
Dal 1985 al 1987 frequenta a Firenze un corso di grafica pubblicitaria promosso dalla Regione Toscana.
Il 1985 segna anche l’inizio di un proprio percorso pittorico ad olio su tela e, l’anno successivo, partecipa ad una mostra collettiva organizzata dal “Gruppo Carmignano nell’arte”. Continua a partecipare attivamente a mostre collettive e personali in diverse località della Toscana, con il gruppo di Carmignano (FI), fino al 1991. La sua ricerca creativa, nei primi cinque anni, si muove secondo un linguaggio caratterizzato dal ritmo di figure geometrizzate e linee che si fondono con lo spazio. Sempre in ambito creativo, collabora con aziende private alla progettazione di marchi pubblicitari, decorazioni, e studi grafici per stampe su tessuti.
Dal 1988 in poi partecipa a numerosi corsi di teatro, danza e canto per il piacere di integrare l’arte visiva con altre discipline artistiche.
Nel 1992 inizia a produrre opere più complesse, formate da un insieme di tele o tavole, articolate assieme a formare dei solidi: cubi, parallelepipedi, prismi, libri, ecc. che con le loro strutture mobili compartecipano al movimento espresso dai soggetti che lei rappresenta a livello pittorico. E’ invitata dalla Prof.ssa Botez-Crainic, dell’Università di Storia dell’Arte di Bucarest, ad esporre in Romania presso la Galleria Adam nella località di Ploiesti. In seguito, inizierà ad allestire mostre in varie città dell’Italia e all’estero.
Dal 1992 al 1994 crea interventi scenografici per la compagnia teatrale di Prato diretta da Luca Tintori, “L’avventura sulla scena”, per spettacoli realizzati presso il Teatro Fabbricone.
Dal 1994 inizia ad arricchire la pittura con materie quali: stucco, sabbia, reti metalliche e supporti di diversa natura, allo scopo di delineare una sempre più raffinata sintesi fra figurativo e astratto. Spesso nel progettare un’opera, anziché fare un bozzetto, scrive qualche rigo, una sorta di “ricetta” per sintetizzare l’idea.
Nel 1995 inizia la serie “Arabesque”, un percorso a cui lavorerà a più riprese anche negli anni successivi. Il titolo di tale serie è dato da una figura della danza classica che ricorre in forma simbolica in ogni opera. A livello tecnico utilizza materiali di vario genere, che contamina con il colore, in modo tale che la pittura prenda energia da qualcosa di diverso da sé. Tutti i lavori della serie “Arabesque” sono in relazione fra loro ma sono tutti differenti, mentre il concetto di infinito, di elevazione, è un richiamo costante in tutte le opere.
Nel 1997 partecipa ad una performance con Michelangelo Pistoletto presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato.
Da questo stesso anno inizia a dedicarsi all’insegnamento promuovendo corsi di disegno e tecniche pittoriche presso Enti privati ed Istituzioni quali: le Circoscrizioni del Comune di Prato ed i Comuni di Greve in Chianti (FI), Montemurlo e Vaiano (PO).
Nel 2003 progetta i disegni per le vetrate, la pavimentazione del giardino e alcuni elementi plastici per una villa privata in Germania. Realizza inoltre opere pittoriche a trompe-l'oeil, su commissione, sia su muro che su tavola.
Dal 2003 al 2004, di nuovo in ambito teatrale, collabora con l’Associazione Octava Rima di Prato nel realizzare costumi e scenografie per alcuni spettacoli andati in scena al Cassero Medievale e al Teatro Magnolfi di Prato.
Negli ultimi anni, senza tralasciare la pittura, sente la necessità di misurarsi con altre forme espressive: nascono opere tridimensionali, composizioni polimateriche, anche di grandi dimensioni. Spesso è il materiale stesso a suggerirle l’opera, perfino il supporto o un oggetto di recupero; aspetta poi che l’idea maturi per procurarsi i materiali “giusti” per portarla a compimento. Ama sperimentare. La curiosità è il motore che la spinge sempre alla ricerca di soluzioni diverse. Le soluzioni trovate sono il frutto della propria esperienza, di una tecnica da lei sviluppata.
Con queste ultime scelte espressive raggiunge un particolare consenso di pubblico e di critica tanto che, nel 2005, in occasione della 51° Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia, ottiene un riconoscimento alla carriera presso l’Istituto Italo Latino-Americano, da parte dell’Ambasciatore del Costa Rica, per aver partecipato alla creazione di un Museo d’Arte Contemporanea Italiana a San Josè in Costa Rica.
Nel 2008 vince il secondo premio del concorso “Santa Rita da Cascia”, indetto dalla Parrocchia dello Spirito Santo di Prato, con l’opera La rosa e le spine ora in mostra permanente presso il Santuario di Roccaporena (PG).
Si diploma in Counseling Biosistemico dopo aver frequentato un corso triennale di formazione, integrato con Arteterapia e metodi immaginativi, con la Società dell’Ascolto di Prato. Ciò le permette di sviluppare un nuovo approccio all’insegnamento, basato sulle emozioni, il significato dei colori e la creatività con il “Percorso Arte-Benessere”.
Collabora con la Ditta Brogifibre di Vaiano (PO) nella decorazione, in serie limitata, di alcuni capi di abbigliamento in puro cashmere della linea Pleasent.
Nel 2009 inizia il ciclo “Arte-fatto”, una serie di composizioni polimateriche, in cui interpreta gli effetti del consumismo imperante ed irrispettoso della creatività e dell’originalità. Alcune opere sono formate da piccole stampe su tela acquistate nei grandi magazzini, combinate con altrettante tele bianche, in un equilibrio di pieni e di vuoti. Le tele bianche rappresentano i supporti dove può trovare spazio l'immaginazione di chi osserva, mentre alcuni interventi pittorici sulle tele ready-made riportano l'attenzione al concetto di unicità. Ogni opera contiene nella parte centrale un oggetto, utile ad esprimerne il significato intrinseco.
Nel 2010 la pro-loco del Comune di Montemurlo (PO) bandisce un concorso per la pittura del Palio dei cerchi e delle botti e sceglie il suo bozzetto per la realizzazione dell’opera, poi in esposizione permanente presso il Palazzo Comunale.
Nel 2011 il ciclo Arte-fatto si arricchisce di nuove opere contenenti interventi fotografici o immagini acquisite, in bassa risoluzione, dal “grande magazzino virtuale” e poi da lei elaborate nella definizione, nei colori, nei toni. Le tecniche miste e gli assemblaggi polimaterici, rendono in queste opere sempre più labile il confine tra pittura e scultura, una continua commistione tra tradizione e sperimentalismo che da sempre ne caratterizza l'opera.
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