L'autobus parte dal capolinea, i passeggeri sono tutti seduti. Una donna parla al cellulare, è appena entrata, non ha ancora timbrato il biglietto, una donna controllore passa a controllare i documenti di viaggio, la donna ha appena interrot la comunicazione. Sorride, mostra alla controllora che ha appena acquistato l'abbonamento settimanale, che però non ha ancora fatto in tempo a timbrare. sono appena salita, dice, ero al telefono. la controllora aspetta che la donna compili i dati sul biglietto e che l'abbia timbrato. solo a quel punto è soddisfatta e passa a controllare altre persone. dal fondo dell'autobus un secondo controllore chiama la controllora, ha bisogno del suo aiuto perché c'è una signora con un biglietto timbrato due volte. Questo non va bene, dice la controllora e si avvicina alla donna. La donna è sui cinquanta, bionda, è seduta e non si agita per niente. Spiega che on ha visto che il iglietto era già timbrato, se no, spiega, ne avrei timbrato uno di questi. tira fuori dal portafogli altri tre biglietti nuovi. vede, dice sorridendo, io non viaggio mai senza biglietti, non sono abituata. Capisco dice il controllore, ma questo è timbrato due volte, è una cosa che non si fa. Lo so, dice la signora, ma non l'ho visto che era timbrato, è che oggi sono uscita di casa senza gli occhiali, per questo, dice, non ho visto che il biglietto era già timbrato, è un timbro leggero come può vedere. Il controllore guarda il biglietto, legge con facilità la data sottostante la seconda timbratura. si vede benissimo, dice il controllore, che c'è la data del quattro settembre sotto quella di oggi. Lei lo vede, dice la signora bionda cinquantenne, ma io no. non potevo vederlo perché , come le ho detto, stamne sono uscita di casa dimenticandomi gli occhiali, e senza occhiali, come le ho detto prima, sono fritta. capisco, dice il controllore guardando la controllora, come a dire, questa è un osso duro che si fa?
allora la controllora prende in mano la situazione e il biglietto, lo guarda, scrolla la testa e dice: Si vede. La signora dice alla controllora che per forza si vede, lei ha gli occhiali, per forza si vede, con gli occhiali. Il problema è vedere senza, gli occhiali, non con gli occhiali, dice la signora alla controllora con gli occhiali rettangolari calati un po' sul naso per guardare meglio il biglietto, con gli occhiali son capace anch'io.
Se lo vedo io, dice la controllora alla signora, se lo vedo io con gli occhiali, che ho ben altri problemi, allora lo poteva vedere anche lei, perché, sottointeso, lei ha solo il problema degli occhiali, con gli occhi, mentre io, occhali o non occhiali, ho ben altri problemi, sottointendendo con gli occhi, e anche altro. La signora ribadisce che lei è in buona fede, perchè secondo lei, dice la signora al controllore, avrei tutti questi biglietti non timbrati, altrimenti? se fossi una persona di quelle che non timbrano, le pare che girerei in tram con tutti questi biglietti da timbrare? sarebbe un contro senso, sarebbe uan cosa sciocca, non le pare? il controllore non sa cosa rispondere, guarda la controllora. la controllora dice al controllore: se vuole può fare ricorso. lo dice al controllore, parlando della signora, come se la signora non la sentisse, come se la signora non fosse a due passi da lei. Il controllore dice alla signora: se vuole può fare ricorso. lo dice senza fingere che si tratti di un'idea sua, anche perché non gli sarebbe possibile. La signora guarda direttamente la controllora, e le dice: è assurdo, lo sa, vero? è una cosa assurda. perché dovrei fare ricorso su una cosa che ho fatto per errore, solo per colpa del fatto che stamattina ho lasciato gli occhiali a casa? mi vuole multare per quello?
la controllora dice: queste sono le regole, non dipende da me. e da chi dipende? dice la signora cinquantenne bionda sempre seduta, cercando nella borsetta una soluzione alla situazione senza uscita nella quale sta vieppiù cacciandosi. Non dipende da me, noi dobbiamo fare così, dice la controllora, passando dalla prima persona singolare alla prima persona plurale senza una ragione precisa. L'autobus accosta alla fermata e i tre scendono. l signora scuote la testa, ha in mano i suoi tre biglietti non timbrati e continua a farli vedere al controllore, vede, gli dice, non sono timbrati. in effetti, su questo non ci piove, dice il controllore, questi non sono timbrati.
allora perché, continua a insistere la signora, perché volete farmi la multa? non è così chiaro che sono innocente, che no ho colpa, che è stato solo un maledettissimo sbaglio? come potete non vedere la differenza? (adesso anche lei è passata dalla terza persona singolare alla terza persona plurale, includendo così entrambi i controllori, o forse anche altra parte della popolazione).
Favorisca la sua carta d'identità, dice il controllore, forse per evitare che a fare quella domanda fosse la sua collega. La signora estrae la carta d'identità, la porge al controllore senza opporre resistenza. pochi minuti dopo le viene restituita insieme alla multa, che, non avendo con sé sufficiente denaro, dovrà pagare, le viene detto con cortesia e senza alcun rancore, presso un qualunque ufficio postale nei prossimi giorni. perché? perché? perché mi avete fatto questa multa? chiede ancora la signora bionda ai controllori. ma i due risalgono sull'autobus successivo, hanno da fare non hanno il tempo di rispondere a questa domanda, o forse non hanno risposte di quel tipo a disposizione, hanno un lavoro da fare, un orario di lavoro all'interno del quale devono svolgere un determinato tipo di servizio, hanno una procedura da seguire, hanno dato anche un esamino, non si è trattato certo di una laurea, ma hanno comunque dovuto studiare bene, per imparare tutto e non essere scartati.
E prestano un servizio, un servizio pubblico,un servizio al pubblico. un servizio all'utenza.