diario di A.S.

diario di A.S.

Cose di cui ho bisogno non mi vengono in mente. Mi pare che ho
bisogno di molte cose di cui non ho nessun bisogno. Ne ho bisogno senza
averne bisogno. Perchè a volte sono disperata e ho bisogno di qualsiasi
cosa possa fare da contenuto al vuoto. Queste cose diventano utili a
questo. Un balsamo per capelli ora sento che potrebbe bastarmi.

Ho paura dei prossimi venti minuti, non so cosa ci succederà dentro e so che saranno difficili.

Ieri mentre facevo un pompino a B. ho pensato Non ho mai letto niente
sull'argomento. Ho pensato davvero questo, mentre gli stavo
facendo quello. Durante. Ho pensato Non ho mai letto niente
sull'argomento pompini. Non va bene. Poi mi sono accorta che glielo
stavo trattando con affetto, come se si trattasse di un coniglietto, e
non di un cazzo. Anche questo non va bene, non è per niente erotico, ho
pensato. Non è normale, ho pensato. Poi ho pensato che sono settimane
che devo depilarmi e non trovo il tempo di farlo, perchè prima ci sono
un sacco di cose che devo fare e non ho ancora fatto, ho pensato. In effetti
negli ultimi tempi non faccio praticamente niente, ma tutte le cose che
devo fare se ne stanno in coda e si tamponano una con l'altra, come automobiline: quando si
tamponano si fermano. Così mi ostruiscono il passaggio, con il loro
tamponamento. Mi sbarrano il flusso, ho pensato. Sono impedita in ogni cosa, perciò
ovviamente non posso procedere in nessuna direzione, né depilazione. Io
non so essere né sexi nè erotica, ho pensato, ma me ne sbatto.

 Nella
vita non c'è solo l'erotismo, ho pensato. Anzi, fanculo, ho pensato. 

Non
ho mai dato tanto peso al sesso in vita mia, solo nei periodi di grande
disperazione ho dato un po' più di peso al sesso, ho pensato.  E' stato per avere un punto di
partenza da cui poi allontanarmi, per andare oltre, ho pensato. Non parlo dell'amore,
naturalmente. L'amore è una cosa di una lentezza snervante e ci vuole
molta più pazienza, ho pensato.

 L'amore è come passare il panno sul metallo fino a
lucidarlo fino a farlo liscio e lucido come il naso del maiale di
Firenze, quello dove tutti passano la mano perché dicono che porta
buono. 

Era un maiale o un cane o cosa? ho pensato.

 Adesso vado,  mi comprerò sicuramente quel balsamo per capelli. O forse anche qualcos'altro. Non so di quale cosa ho bisogno.

Vorrei una matita, per cominciare. Eun temperino e una gomma. E un
blocco grande con dei fogli. Ho voglia di scrivere come facevo una
volta. Starò seduta nel bar, chiederò un tè e me ne starò seduta e
basta, ho pensato.


Piazzo i fogli sul tavolo e tempero la matita, lentamente, con
diligenza faccio uscire un ricciolo perfetto dalla lama. Mentre si fa la
punta, sono come una bambina delle elementari. Faccio così: con la mano
spingo giù dal tavolino, la polverina di grafite che macchia il dito,
la faccio a mucchietto e la spingo giù, vicino al piede. Proverò la
punta della matita sul primo foglio, faccio un puntino, per cominciare.
Un puntino.

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