Una specie di metodo

Inizio settimana in parte anomalo, per quel che riguarda la programmazione del blog. Si parte infatti con una Top 5, articolo di solito riservata al week end. Solo che questa volta è meno pulp è più personale.
Una delle domande ricorrenti per noi imbrattacarte è: dove/come/quando scrivi?
Domande che lasciano il tempo che trovano: a mio parere la scrittura, intesa come attività, ha ben poco di romantico e di artistico. L'arte, se mai c'è, è il risultato finale. Tutto quel che viene prima è fatica, lotta contro impegni vari & eventuali per ritagliarsi qualche minuto al giorno in cui “produrre”, scazzi di molteplice natura.
Però ok: le domande sopra riportate hanno un loro fascino.
Pur non avendo uno standar né una ritualistica precisa, ci sono dei fattori ricorrenti nella mia attività di scribacchino. So che la maggior parte di voi saranno più metodici del sottoscritto, anyway, queste sono le mie cinque curiosità in fase di scrittura.


Il Quando

Principalmente la sera, va da sé. Prima di cena, quando gli orari lo permettono (una fascia che va dalle 18 alle 19) e dopo cena (dalle 21 alle 23 circa). Nel week end non scrivo quasi mai il sabato mentre buona parte della domenica è dedicata alla scrittura.
Lavoro permettendo scrivo anche in ufficio, durante i tempi morti, che per fortuna spesso non mancano. In particolare la normale gestione del blog viene svolta solitamente nei pomeriggi feriali, quando nascono post e idee.

Il Come

Su questo sono abbastanza metodico. A casa riesco a scrivere quasi esclusivamente nella mia stanza, col notebook posizionato sulla scrivania, a sua volta posizionata nella medesima posizione: finestra alla mia sinistra, letto e TV alla mia destra, stampante e libreria davanti a me.
Raramente scrivo in altri locali: ogni tanto in sala, qualche volta in cucina. Quando sono solo mi piace anche scrivere in cortile, peccato che non accada quasi mai.
Anche in ufficio sono tradizionalista: scrivo quando ho a completa disposizione la scrivania, vale a dire senza scocciatori che gironzolano intorno. Per fortuna capita spesso.

Il Quanto

Non ho quote fisse giornaliere. A volte non scrivo nulla per una settimana o due, a volte produco oltre 2000 parole in un giorno, tra articoli, racconti e altro. Non vivo nell'ansia di rimanere a secco per qualche giorno: se capita è perché non ho buone cose da mettere su carta (su file). Assai peggio invece se non riesco a scrivere per impedimenti di altra natura, pur avendo delle idee valide in testa. In questi casi divento alquanto intrattabile.
Concludo dicendo che, quando parto in quarta con un progetto che mi sembra buono, riesco a tenere dei ritmi produttivi costanti e abbondanti.

Ritualistica

Nulla di particolare, ma qualche rituale c'è, in fase di scrittura. In primis voglio un computer sempre online, soprattutto per poter autoinviarmi quanto prodotto via email (meglio ancora del semplice salvataggio su chiavetta). Ottima poi la possibilità di accedere a Wikipedia per estrapolare informazioni minime indispensabili.
Il silenzio umano è sempre ben accetto. Dico “umano” perché è l'eventualità di dover sostenere una conversazione a infastidirmi, non il rumore. Infatti mi capita spesso di scrivere con la TV accesa in sottofondo. Va a finire che la seguo poco, ma dà comunque un senso di compagnia. La musica no, mi distrae troppo.

Social Network

Facebook è sotto osservazione quando scrivo. È una distrazione, in entrambe i sensi della parola: positivo (per staccare) e negativo (fa perdere tempo). Anche la mailbox è sempre sotto controllo, anche se va da sé che non mi metto a rispondere alle mail mentre sono impegnato a fare altro.
Da me invece sono abolite vita natural durante tutte le chat possibili e immaginabili: quella di FB, Skype, MSN e altre. A volte spengo pure il cellulare, strumento che tra l'altro non amo particolarmente.

E voi? Qual è il vostro metodo?

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