E' l'onestà intellettuale di coloro che affermano "Siamo un po' tutti figli di Phagoff" a voler gridare che se c'è una scena Queer a Roma la dobbiamo sicuramente a Francesco Macarone Palmieri AKA Warbear.
Nato nel 1970 a Roma, vive tra Berlino e Roma. E' un sociologo, antropologo, performance artist, curatore, festival promoter, dj.
Il suo lavoro culturale si focalizza su Sex Cultures, attivismo, pornografia, cinema indipendente. Ha pubblicato una serie di libri con editori internazionali e tiene conferenze presso università, lavora come Dj in tutta Europa. Cura la sezione queer del progetto L.P.M., ha creato l'evento leggendario Phagoff e l'«Epicentro Ursino Romano/Subwoofer».
Quest'anno con Agender - Queer Cinema e Future Arts Festival più che una prima edizione, possiamo dire di aver avuto una continuazione: nasce da una costola della sezione queer del festival di cinema indipendente «Tekfestival» che cura da sei anni.
Anche se è lo stesso War Bear a parlare di "Fuck the authors" detesto i deliri di onnipotenza, coloro che si legittimano delle idee altrui, senza per questo commettere l'errore della mancata condivisione. Ma se esiste una proprietà che debba essere riconosciuta a mio parere è proprio quella intellettuale.
Riconosciamo quindi a WarBear il ruolo pioneristico a Roma (e non solo) del raccontare le forme mutevoli dell'identità di genere.
Sempre in onore dell'onestà intellettuale Agender - Queer Cinema and Future Arts Festival ha fatto un omaggio in occasione della recente scomparsa del regista underground George Kuchar, uno dei gemelli-registi Kuchar – padri del filone trash e camp, nonché ispiratori della cinematografia di John Waters – con la proiezione del documentario "It came from Kuchar"di Jennifer M. Kroot.
Tra tutti gli straordinari contenuti proposti "the Ballad of Genesis and Lady Jaye" di Marie Losier è un intervento chirurgico che apre la mente, la storia d'amore più bella di tutti i tempi. Pandroginia: con la creazione di un terzo essere dall'unione di due, distrugge lo stereotipo dall'annullamento nella simbiosi.
Ritroviamo poi con immenso piacere Diane Torr tra le prime a parlare di drag king e il suo workshop Man for a Day (già ospite del primo drag king festival internazionale in Italia Kings Village nel 2008 organizzato da Julius Kaiser) e Lazlo Pearlman, performer trans FTM ( tra i guest di Extreme Gender Art di Kyrahm e Julius Kaiser 2009), protagonista del film Fake Orgasm di Jo Sol.
Poi ancora "No Gravity" di Silvia Casalino (film sul ruolo delle donne astronaute nell’ingegneria aerospaziale, e Abbiamo Un problema di Canecapovolto documentario sulla costruzione in Sicilia del “nemico omosessuale”.
Il film vincitore al Festival MixMilano 2011 80 EUGEAN di Jon Garaño e José María Goenaga sul rapporto d’amore tra due donne anziane.
Essere Lucy della regista Gabriella Romano, film di “resistenza” sull’esperienza della transessualità nel campo di concentramento nazista di Dachau.
"We were here" ha parlato del periodo del contagio da Hiv nella storica comunità di San Francisco.
Per la sezione Agender Theory la presentazione dei libri "Il gioco delle parti" di Laura Schettini, sul “travestitismo di genere” in Italia a cavallo tra Otto e Novecento. Cosimo Santoro, curatore di Bruce (x)plotation percorso fotografico sulla storia del soggetto queer per eccellenza, Bruce LaBruce.
E ancora l'istallazione di Jacopo Benassi, fotografo queer che ha esposto in tutto il mondo.
E poi l'esplosivo Party.
Ed è di nuovo rivoluzione culturale.