Alba Rossa

Alba rossa

di John Milius

USA, 1984

 

È la metà degli anni ottanta. Dal cielo cominciano ad atterrare truppe Sovietiche e Cubane sul campo da football di una scuola superiore del Colorado, i paracadutisti hanno attaccato la scuola e un gruppo di ragazzi si è nascosto sulle montagne. Armati di fucili da caccia, pistole, archi e frecce, i giovani combattono per sopravvivere il freddo inverno e per evitare le pattuglie del KGB che li stanno cercando. Presto cominceranno la loro guerra contro le truppe invasori sotto la bandiera dei Woverines.

 

Commento

 

Occasione più unica che rara, Alba rossa può essere definito un film ucronico. Genere che, per la particolarità assoluta dei meccanismi narrativi necessari per affrontarlo, si presta benissimo alla forma romanzesca, ma assai male a quella cinematografica.

A dire il vero, visto che è stato girato nel 1984, Alba rossa nasce come film distopico e fantapolitico. Solo oggi, venticinque anni dopo, possiamo anche considerarlo dal punto di vista ucronico.

 

Un 1989 decisamente alternativo

 

Dai titoli di testa veniamo a sapere che la pellicola è ambientata nel 1989. L'equilibrio sottile su cui si regge la Guerra Fredda si è pian piano logorato. La condizione economica degli Stati Uniti è leggermente peggiorata – non sappiamo perché, ma è lecito dare la colpa a un molle e debole governo progressista – mentre nel resto del mondo dilaga la rivoluzione socialista. Messico, Honduras e Salvador sono oramai retti da governi di estrema sinistra. Le elezioni in Germania Ovest hanno decretato la vittora dei Verdi, il cui primo atto ha riguardato lo smantellamento delle armi nucleari puntate verso la Russia. Anche il resto d'Europa si è fatto trascinare dalla nuova corrente pacifista e/o socialista, tanto che il Patto Atlantico è stato sciolto, lasciando gli Stati Uniti da soli.

Per contro l'Unione Sovietica ha varato un piano quinquennale di ammodernamento militare. Grazie a esso le capacità belliche di Mosca sono aumentate a dismisura, tanto che i rossi hanno potuto esportare armi e addestramento anche ai paesi amici, in particolare Cuba e Nicaragua. Il nuovo equilibrio di potere mondiale, spostato verso sinistra, sembra comunque reggere, almeno finché proprio la Russia viene colpita da una carestia devastante, la più feroce dal 1934 (ossia dai tempi del temibile Holodomor, l'olocausto ucraino). Per evitare il tracollo, i vertici del Cremlino decidono di approfittare del momento militarmente favorevole e organizzano nientemeno che l'invasione degli Stati Uniti, insieme a cubani e nicaraguensi.

 

Il piano d'invansione

 

I russi hanno bisogno delle risorse economiche e agricole degli americani, perciò non sono intenzionati a utilizzare bombe atomiche, bensì a conquistare militarmente il suolo statunitense. L'invasione si snoda su tre fronti:

 

  • Le truppe di origine ispanica si sono fatte paracadutare nel Midwest, mentre altre hanno attraversato i confini messicani con alcune divisione corazzate. Dopo aver conquistato Cheyenne, nel Wyoming, hanno cinto d'assedio Denver, la città più importante del Colorado. È proprio in un paese vicino a Denver, Calumet, che hanno luogo le vicende narrate nel film.

  • Un'armata sovietica ha invaso l'Alaska attraverso lo stretto di Bering, prendendo possesso di alcuni preziosi oleodotti per poi occupare diverse province canadesi, tentando poi di chiudere verso sud, ricongiungendosi con un'altra armata aviotrasportata il cui obiettivo era proprio la conquista del nord degli Stati Uniti. Sul versante occidentale però le forze armate americane hanno avuto la meglio, consentendo così a tutta la West Coast di organizzare la resistenza contro l'invasore.

  • Washington DC è stata conquistata, anche se nel film non è chiaro se la capitale sia occupata da truppe aviotrasportate oppure vittima, unica in quanto simbolica, di un attacco nucleare tattico.

 

Il resto del mondo ovviamente non può stare solo a guardare. Dall'Europa i soli britannici si sono schierati apertamente insieme all'alleato di sempre, mentre gli altri paesi, retti da governi sinistrorsi, si tengono fuori dal conflitto. Anche la parte orientale del Canada, quella ancora libera, cerca di contrastare gli invasori sovietici. La cosa bizzarra è che la Cina, altro paese notoriamente comunista, ha cercato di rovesciare il proprio governo per insediarne uno anti-socialista, ottenendo però il solo risultato che le zone ad alta densità di rivoltosi sono state bombardate da testate nucleari che hanno causato oltre 400.000 morti.

Programma degli eventi descritti nel film: Azzurro: Gli Stati Uniti ed i relativi alleati Canada, Regno Unito e il Repubblica Popolare Cinese; Rosso: L'Unione Sovietica ed i relativi alleati; Verde: I paesi neutri di Europa occidentale.

John Milius, l'americano

 

 

Il film è un vero e proprio manifesto di propaganda militarista statunitense, una pellicola che parla di coraggio, della necessità di armarsi per sconfiggere i nemici della democrazia, e del pericolo insito nel socialismo.

Milius ci va giù duro, dipingendo gli invasori sovietici come barbari brutali, che si nascondono dietro finti ideali egualitari e rivoluzionari per derubare un intero paese di risorse e forza lavoro. Non solo, i russi (e in parte anche i loro alleati ispanici) vengono dipinti come soppressori della libertà di pensiero: esemplare la scena in cui alcuni soldati dell'Armata Rossa bruciano dei libri, ricordando così i roghi nazisti ma anche la Rivoluzione Culturale Maoista. La parte “umana” degli invasori è rappresentata dal colonnello cubano Ernesto Bella, che durante il film avrà diversi ripensamenti riguardo ai metodi violenti e imperialisti degli alleati sovietici, essendo stato a sua volta un partigiano e un combattente per la libertà.

Ben diverso invece lo spessore morale dei Wolverines, i giovani studenti di Calumet trasformatisi in guerriglieri coraggiosi e grondanti di valori americani, che pongono davanti a tutto il resto: affetti familiari, amicizie, amore per la vita.

 

Insomma, Milius realizza un film di parte che più di parte non si può, partendo da basi flebili (la carestia in Russia) per giustificare un'invasione che, in tempo di Guerra Fredda, sarebbe stata impensabile più che impossibile, soprattutto per l'arsenale nucleare a disposizione dei due paesi. Alba rossa è dunque una produzione criticabile sotto moltissimi aspetti, ma che non manca di avvincere e di suggestionare, specialmente chi, come il sottoscritto, ama la Storia ed è cresciuto proprio all'ombra dei razzi ICBM, negli anni della Guerra Fredda.

 

Il remake

 

Il progetto per questo remake prevede che l’invasione sia orchestrata da Cina e Russia insieme, un unico grande nemico rosso. La notizia è stata diffusa su giornali e mass media cinesi sollevando un vespaio di polemiche. Gli Stati Uniti vogliono ritornare su un film della Guerra Fredda per demonizzare la Cina, si legge sul Global Times di Pechino, e gli Americani voglio comunicare ostilità alla Cina anche attraverso i loro film.

La Cina dal canto suo non ha certo la fama di essere una nazione liberale, dove ancora la censura impone i suoi diktat su quello che si può o si deve dire, scrivere, far vedere.

Certo che la regia affidata all'esordiente Dan Bradley, e un cast quasi tutto pescato tra i serial-tv, non fanno pensare a granché di buono...
 

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