Poche domande, semplici e dirette, per conoscere un artista.
Questa settimana è la volta di Michele Papetti.
Da dove vieni?
Sono nato a Ravenna nel 1991. Vivo al mare, a Marina di Ravenna. Sono diplomato in grafica pubblicitaria al Liceo Artistico della mia città e ho frequentato per pochi mesi la NABA a Milano, per poi accorgermi che non era quello che faceva per me. A differenza di molti artisti che mi è capitato di conoscere io da bambino ho sempre disegnato poco e svogliatamente. Mi sono appassionato alla cosa nel febbraio del 2014, e ho iniziato a dedicarmici con particolare attenzione nell’estate dello stesso anno.
Cosa fai?
Mi occupo di pittura, grafica e illustrazione. Utilizzo principalmente i pennarelli, meglio se scarichi. Mi piace molto utilizzare anche i pantoni, gli acrilici e l’acquerello. Di meno i pastelli, perché non sopporto il rumore che fanno quando li uso. In generale mi piace sperimentare ogni tecnica a mia disposizione, anche se, non avendo uno studio vero e proprio e lavorando in camera mia - che è una mansarda - sono un po’ limitato per quanto riguarda le dimensioni. In generale la mia pratica artistica è molto spontanea, anche se paradossalmente non sono uno di quelli che disegna molte ore al giorno e fanno molti schizzi. Piuttosto penso in continuazione al disegnare, poi mi spuntano fuori delle idee e le realizzo.
Dove stai andando?
Ho appena fatto la mia prima mostra chiamata “Al macero”, con cui ho chiuso il mio primo ciclo di disegni (2014-2016), tutti accomunati da una certa metodologia di lavoro. Ora sto incominciando a pensare a qualcosa di nuovo, e soprattutto sto cercando uno spazio un po’ più ampio per lavorare, anche per provare a dedicarmi a tecniche quali la ceramica e l’aerografo. Mi piacerebbe inoltre trasferirmi in una realtà più stimolante, ma ci sono molte cose che mi legano al posto dove vivo. Quindi è un periodo di transizione, pieno di dubbi.
Cosa vuoi?
Inizialmente - e in tutta sincerità - ho iniziato a disegnare per mettere i miei lavori su Instagram, a caccia di like. Poi è diventata una sfida con me stesso, perché mi sono accorto che impegnandomi quotidianamente riuscivo a migliorare, e questo mi ha molto appassionato. Ora cerco di comunicare tutto quello che ho dentro e che magari faccio fatica a esplicitare. Comunque non so bene cosa voglio, di sicuro so che voglio continuare a sperimentare ed evolvermi.
Copertine settimanali di Lobodilattice a cura di Alex Urso
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