Il Posto delle Onde è una linea di confine tra terra e mare.
Una casa sulla scogliera, un frammento disperso nel buio dell’apocalisse.
È un rifugio.
Una bolla di vetro piena d’acqua salata.
Il Posto delle Onde è uno schermo protettivo contro i mostri dell’Oceano e del Deserto.
Lì vivono due donne.
E questa è la loro storia.
“C’è qualcosa nell’acqua”: la leggenda vuole che tutto sia iniziato così.
La prima recensione dell’anno la dedico a uno dei romanzi migliori che mi è capitato di leggere negli ultimi 6-7 mesi.
Sto parlando de Il Posto delle Onde, un ebook “indie” scritto da Lucia Patrizi, collega blogger e amica, ma la cui amicizia col sottoscritto ebbe inizio proprio sotto forma di stima per quel che scrive e per come lo scrive.
Il romanzo di cui parlo oggi è probabilmente la cosa migliore che Lucia ha scritto finora, quindi trovo doveroso farvelo sapere, affinché possiate valutare anche voi se leggerlo o “affittarlo” tramite Kindle Unlimited.
Il Posto delle Onde è una storia apocalittica e post-apocalittica.
Lo dico per inquadrarlo, perché molti – giustamente – vogliono capire subito di che cosa sto parlando. Se quindi esiste un pubblico di riferimento per l’ebook di Lucia, è quello che ama questo genere di romanzi.
Siamo però ben lontani dalle apocalissi più in voga, quelle a base di zombie e di pandemie. Belle per carità (io ne sono fan e a mia volta autore), ma alla lunga un po’ stancanti.
No, Lucia Patrizi ci delinea una “fine dei tempi” più misteriosa, aliena ed esotica. Le intercapedini tra la nostra realtà e altre realtà attigue iniziano pian piano (e poi sempre più velocemente) ad assottigliarsi, col risultato che orrende creature debordano in questa dimensione, fagocitandola. Il loro luogo di transito preferito è l’acqua, in particolare mari e oceani.
Anzi, per dirla tutta non sono solo le creature a invadere il nostro mondo, bensì intere parti del loro ecosistema, che si “sovrappongo” alla Terra, con simpatici effetti collaterali (un esempio su tutti: cancellare dalle cartine geografiche la Sardegna, dalla sera alla mattina, per rimpiazzarla con qualcosa di non facilmente definibile, ma di ostile).
Tra kraken ancenstrali, mostri che omaggiano i Grandi Antichi, scarafaggi assassini grossi quanto un pugno, sirene carnivore, demoni della sabbia e cultisti folli, Lucia ci racconta la storia di due donne, radicalmente diverse tra loro, entrambe sopravvissute alla fine del mondo.
Entrambe hanno dei segreti.
Entrambe si amano, ma al contempo si temono, per ciò che nascondono e per la paura di rimanere sole e di non riuscire più ad accettarsi per quel che stanno diventando.
Entrambe faranno di tutto per sopravvivere, anche se il game over totale/globale sembra man mano non lasciare speranza più per niente e per nessuno.
Il Posto delle Onde è quindi anche una storia d’amore.
Amore e morte, binomio vecchio come il mondo, ma splendidamente trasposto dall’autrice in questione.
Questa è la dimostrazione, tra le altre cose, di come sia possibile raccontare dei sentimenti nei racconti/romanzi di genere, senza dover necessariamente ricorrere al paranormal romance o all’eros pruriginoso, da giornaletto pornografico di terza categoria.
Lo stile di Lucia è intrigante perché ben bilanciato tra il tanto citato “show don’t tell” e una giusta misura di world building, che non sfora mai nell’infodump da dilettanti.
Per questo (e per altri motivi) Il Posto delle Onde è un ebook che merita di essere letto e consigliato ad amici e conoscenti.
Tra l’altro, non essendo legato a una casa editrice (pur avendo dalla sua un processo di creazione/editing e pubblicazione al 100% professionale), Il Posto delle Onde ha un prezzo più che conveniente.
Se volete saperne di più e magari acquistarlo, date un’occhiata alla scheda Amazon del romanzo.
Un’ultima cosa: se dovessi paragonarlo a qualcosa di già letto e gustato in passato, penserei senz’altro all’ottimo I Vermi Conquistatori di Brian Keene e il suo ancor più riuscito e delizioso seguito, Earthworm Gods 2: Deluge.
Scusate se è poco.
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