Cacciatori di mostri

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Quando ho perfezionato il personaggio di Jorge Kubiak, cacciatore di mostri, ex ulano e suddito dell’Austria-Ungheria, ho pensato a molti suoi ben più noti colleghi, celebrati dalla letteratura dell’orrore da almeno cent’anni a questa parte.  Li ho pensati e ovviamente li ho studiati.
Tralasciando gli esponenti più moderni della categoria, ovvero i vari Ash di Evil Dead e i protagonisti di serial TV come The Strain, o di film quali Blade, c’è comunque un mare magnum di ammazza-mostri da cui attingere.
Il primo, nonché uno dei miei preferiti di sempre, è il celeberrimo Abraham Van Helsing, creato da Bram Stoker per il suo Dracula, e poi protagonista di innumerevoli film della Universal e della Hammer.
La biografia immaginaria ce lo descrive come olandese, professore metafisico, filosofo metafisico ed esperto di esoterismo e di occultismo. Un vero precursore – permettetemi l’affermazione sopra le righe – dei moderni acchiappa-fantasmi. Infatti è l’unico che può istruire dei comunissimi esseri umani a combattere il temibile conte vampiro.

Quasi altrettanto famoso è Solomon Kane, lo spadaccino puritano del XVI secolo, fanatico persecutore del Male e convinto di essere in missione per conto del divino. Kane ha un’ampia concezione delle forze asservite al demonio. Oltre ai vari stregoni, negromanti, non-morti, nel novero inserisce generosamente anche pirati, schiavisti, pagani che adorano divinità antidiluviane.
Kane è frutto della fantasia di Robert E. Howard (il papà letterario di Conan) e rappresenta una persona complessa, con molte ombre che fanno il paio coi tanti pregi da ottimo combattente e da “indagatore del soprannaturale”.

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A Kane si ispira in parte il personaggio più noto della bibliografia di Valerio Evangelisti, vale a dire l’inquisitore Nicolas Eymerich, domenicano spietatissimo, a tratti crudele, che ha come unica missione la persecuzione di tutti coloro che ritiene essere nemici dell’ortodossia cattolica. Un’interpretazione, la sua, che comprende una gran varietà di individui (discorso già fatto a proposito di Kane, ma qui ancora più ampio) e che fa emergere il sadismo latente dell’astuto inquisitore.
Eymerich è il protagonista dei romanzi più riusciti di Evangelisti, prima della sua deriva “politico-militante”, che mi lascia piuttosto freddino. Dei tanti titoli che riguardano l’inquisitore i miei preferiti sono sicuramente Picatrix, la scala per l’inferno e La Luce di Orione.

Di Geralt di Rivia, protagonista dell’omonima saga dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski, non ho mai letto nulla, ma senz’altro è uno dei moderni “cacciatori” che più ricalca le orme di tanti illustri predecessori.
Geralt è uno strigo, ovvero una sorta di mutante, nato da una maga e da un guerriero e dotato di capacità soprannaturali, che però utilizza per perseguitare i mostri che affliggono le comunità del mondo in cui si muove, di cui non viene mai detto esplicitamente il nome.
Gli strighi, che costituiscono un antico ordine, sono tuttavia in declino, complice il diminuire di mostri in circolazione. Questo è un dettaglio che ho inconsapevolmente preso in prestito nella stesura de La Stagione delle Madri, visto che anche l’ordine di cui fa parte Jorge Kubiak è oramai ridotto in numero e in importanza.

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C’è poi un monster hunter molto meno noto, ma che potenzialmente corrisponde all’idea che mi sono fatto del “mio” Jorge Kubiak, anche se non a livello estetico.
Parlo del capitano Kronos, cacciatore di vampiri protagonista dell’omonimo film del 1974, prodotto per la già citata Hammer film.
Kronos è un abile spadaccino, preparato anche nello studio e nella battaglia alle forze occulte che s’insinuano subdolamente nella Mitteleuropa di metà ‘800, in cui si muove. Ex guardia imperiale (austriaco? tedesco? boemo? Non è dato saperlo), flemmatico ma blandamente viveur, a suo modo esotico – combatte con una katana – assai meno chiaroscuro degli altri colleghi presentati finora. Questo è il capitano Kronos, che può quasi essere definito un eroe pulp.
Peccato che la sua breve carriera si limiti a un solo film, anche se da qualche tempo si parla di un possibile remake.

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Concludo questa breve e volutamente incompleta galleria di cacciatori di mostri citando un’intera famiglia che, generazione dopo generazione, esercita questa nobile professione. Mi riferisco al Clan Belmont, i cui membri sono protagonisti della longeva saga videoludica Castlevania.
Citando l’ottima pagina Wikipedia dedicata al videogioco:

La dinastia Belmont è acerrima nemica di Dracula da molto prima che egli fosse conosciuto sotto tale nome. Di consuetudine, essi ed il vampiro si scontrano in media ogni cento anni, in capo tra il sedicesimo ed il diciannovesimo anno di età dei protagonisti.

Potete trovare un esaustivo elenco dei Belmont in questa pagina.

Ora non vi resta che scoprire Jorge Kubiak, leggendo Il Negromante e l’Ulano, sperando che anche lui diventi un personaggio iconico come i suoi celebri colleghi.


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