Il tempo passa e la stanchezza si fa un po’ sentire. Monica Carrera cuce e ricuce, come una piccola Penelope che elabora la sua tenda, il nostro punto di partenza, il benvenuto su cui sta ricamando una fase di Foucault “la sola cerimonia veramente importante è quella dell’esercizio”. Esercizio, cerimonia, importanza. Tre concetti chiave che ci faranno da guida per il percorso nella casa, per affrontare – a mente piena e pensando che la natura delle cose è il nostro focus principale, che nessuno può obbligarci a “non essere noi stessi” – le altre installazioni, che in ordine saranno: Suppiej & Zanato, dal tetto al basement; Francesca Damiano, che ha inventato un mondo primitivo con cui dobbiamo confrontarci; Aya Onodera, con la sua camera armoniosa grazie al dialogo con le quattro tele, e alla creazione dell’ambiente umano in cui lei ha vissuto con Joris Vercammen, che terminerà il percorso con una performance in cui il musicista si svela.
(ph. Emiliano Milanesi_)