Sui social network se ne sentono e se ne leggono di tutti i colori, anche nel campo della scrittura e dell’editoria. Che è poi quello che tratto qui su Plutonia, più o meno cinque giorni su sette (mi verrebbe da aggiungere che i rimanenti due giorni sono quelli più divertenti della settimana, ma non lo dirò :) )
Basta bazzicare l’ambiente per qualche anno per sviluppare un efficientissimo “senso di ragno”, capace di fiutare le frottole raccontate da autori ed editori, in goffi tentativi di promuovere la loro immagine.
Visto che i profani potrebbero credere a talune di queste panzane, spero di fare cosa utile pubblicando questo veloce vademecum per riconoscere le palle più grossolane, evidenti e… frequenti. Ebbene sì: molti autori, indie o regolarmente sotto contratto, sono dei raccontapalle incalliti. Ed è bellissimo riuscire a scoprirli…
Come scoprire se un autore mente
- Vanta millemila copie vendute
“Il mio ebook autoprodotto ha venduto cinquemila copie“. Tutti ridono. Il mercato dei libri – cartacei e digitali – è in costante flessione. Un buon titolo indie riesce a piazzare 150-200 copie vendute al mese, e lo si riconosce perché è costantemente in top 10 su Amazon. Un libro con una media casa editrice può raddoppiare questa stima di vendite, o magari arrivare a 1000 copie vendute (considerato un risultato eccezionale nella media editoria). Il punto è che quasi nessun libro/ebook è tanto longevo da vendere 5000 copie (o 7000, come qualcuno ha affermato di recente) nel giro di pochi mesi.
- Non parla di sé, ma attribuisce il suo successo al passaparola
Ci sono autori che hanno poche centinaia di amici su Facebook, non sono presenti su Twitter e su G+, eppure riescono sempre a posizionarsi in top 20 su Amazon, anche per mesi. Ah, tra parentesi, questi “sconosciuti di successo” non hanno nemmeno un blog e, cercandoli su Google, non risultano recensioni riguardanti i loro libri. E allora come fanno a vendere?
Risposta: si comprano tra di loro, interagendo su forum e gruppi Facebook segreti, in cui vengono studiate apposite strategie per gonfiare le vendite (acquisti reciproci, utilizzo di molteplici account Amazon, ciascuno “caricato” con dei buoni regalo per poter comprare più copie dei propri ebook e altri simpatici mezzucci).
La favola dello sconosciuto di successo va bene solo per i romantici sognatori. Per riuscire ad affermarsi bisogna parlare del proprio lavoro. Il passaparola nascerà proprio da questo, non certo per magia.
- Ha al suo attivo solo brevissime recensioni a cinque stelle
Diffidate delle brevissime recensioni generiche a cinque stelle. Sono quelle che suonano più o meno così: “Splendida lettura, mi ha coinvolto moltissimo. Consigliato!”
Se avete ancora dei dubbi, cliccate sul profilo del recensore in questione. In nove casi su dieci scoprirete che si tratta di un tizio che scrive commenti praticamente identici, solo per pochi autori selezionati. Perché lo fa? Perché si tratta di un profilo fasullo che lascia recensioni su commissione. Del resto più stelle ci sono, più il libro ha visibilità.
Fateci caso: nessuna di queste microrecensioni dà notizie sulla trama, sui protagonisti. Parlano solo, molto genericamente, di “libro fantastico” e di “cinque stelle meritatissime”.
- Ha la fascetta in stile King
“Duecentocinquantamila copie vendute”.
“L’erede naturale di Stephen King”.
“Libro arrivato alla sesta ristampa”.
“Tradotto in 18 lingue”.
Ci sarebbe da scrivere un libro sulle fascette promozionali. Che, nel 99% dei casi, sono boiate. Più la fascetta è roboante, più il suo messaggio è cialtronesco. Cose che gli addetti ai lavori sanno, ma i lettori “puri” forse no.
Ecco, ora lo sapete.
Tranne che per pochissimi bestselleristi, non esiste nulla di quanto strillano gli esperti di marketing di certe case editrici.
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