In più di una mia opera ho fatto ricorso al concetto di esoscheletro da combattimento: un apparecchio cibernetico esterno in grado di potenziare le caratteristi fisiche (forza muscolare, agilità, destrezza, resistenza, ecc.) dell’utilizzatore.
Il cinema è pieno di meraviglie del genere, dalla notissima armatura di Iron Man agli esoscheletri militari di film come Avatar, Edge of Tomorrow, Halo, Mass Effect e altri.
Nel mio caso ho inserito queste attrezzature nella saga La Lancia di Marte, in Due Minuti a Mezzanotte, In Grexit Apocalypse (arriva presto) e perfino in uno dei racconti di Maciste (in questo caso si tratta di un prototipo nazista in puro stile dieselpunk).
Ogni volta che mi sono trovato ad avere a che fare col concetto di esoscheletro ho avuto conferma – documentandomi – che il concetto non è poi così fantascientifico, anzi…
Il progetto TALOS (Tactical Assault Light Operator Suit), per esempio, è attualmente in fase di sviluppo da parte delle Forze Armate statunitensi.
A svilupparla sono un numero notevole di compagnie, agenzie governative ed università, tutte supervisionate dal quartier generale dello Special Operations Command, situato presso la MacDill Air Force Base, a Tampa, in Florida. L’obiettivo è molto ambizioso: TALOS conterrà numerosi sensori, che monitoreranno i parametri vitali dei soldati, fornendo, al contempo, utili informazioni sul campo di battaglia, in tempo reale. Sono previsti, ad esempio, visori simili ai Google Glass, tecnologie capaci di aumentare le capacità sensoriali del corpo umano e persino tessuti intelligenti, progettati per bloccare le emorragie.
TALOS sarà provvista anche di un sistema di riscaldamento e refrigerazione, per le operazioni in condizioni climatiche avverse. Non mancheranno, ovviamente, tutti gli apparati necessari alla localizzazione ed alla comunicazione, mentre l’esoscheletro sarà utilizzato soprattutto per coadiuvare la muscolatura delle gambe, per alleviare lo sforzo sulle ginocchia e fornire un ausilio per il trasporto dei carichi (ovvero l’attrezzatura che i soldati portano con sé, spesso pesante diverse decine di chilogrammi). (fonte: hdblog.it)
Ma gli americani non sono i soli a studiare attrezzature del genere. Ci sono anche gli inglesi, per esempio, col progetto FIST, o i russi col prototipo Ratnik (“guerriero”). Quest’ultima cyber-armatura da battaglia è già stata testata sul campo nel 2012 e pare promettere bene.
La tuta è realizzata in una fibra aramidica, chiamata Alutex e fabbricata in Russia, in grado di resistere all’impatto diretto di schegge, granate, mine e proiettili. Altri elementi sono l’elmetto da combattimento e il giubbotto antiproiettile, capaci di bloccare i proiettili di un Kalashnikov AK-74 e di un fucile di precisione SVD. La tuta è inoltre ignifuga.
Nella versione base, la tuta, munita di giubbotto antiproiettile di quinta classe di difesa, peserà 10 chili. Nella versione più evoluta, con il casco, il giubbotto antiproiettile di sesta classe di difesa e altre protezioni su spalle e gambe, peserà 20 chili. La nuova divisa corazzata è inoltre in grado di bloccare i raggi ultravioletti e infrarossi, cosa che renderebbe il soldato invisibile ai sensori di calore del nemico.
Infine, il sistema di controllo dell’attrezzatura Ratnik include dispositivi di comunicazione, identificazione, elaborazione di informazioni, navigazione e posizionamento. Nella tuta è incorporato un comunicatore che determina le coordinate del soldato utilizzando i sistemi di navigazione Gps e Glonass. Le informazioni relative agli spostamenti del soldato verranno trasmesse in maniera automatica al posto di comando.
Il sistema di supporto vitale include filtri per purificare l’acqua, fonti di calore, un sistema di auto-alimentazione di energia, dispositivi di controllo dello stato psicofisiologico e così via. (fonte: Russia Beyond the Headlines).
E i francesi, che ultimamente sono – più o meno – entrati in guerra?
Anche loro hanno prodotto dei prototipi da combattimento. Parliamo del sistema FELIN/HERCULE, una versione più leggera ma anche più “agile” rispetto a quelle americane e russe.
L’esoscheletro HERCULE è alimentato elettronicamente. La vita delle sue batterie Li permette a chi lo indossa di camminare per circa 20 km, a una velocità di spostamento di 4 chilometri all’ora, con un ritmo regolare di marcia, trasportando un massimo di 100 kg di peso extra.
L’alimentazione elettrica rende l’HERCULE estremamente silenzioso, quasi stealth.HERCULE è un’apparecchiatura mechatronica, il che significa che unisce meccanica, computer ed elettronica, il tutto costruito intorno ad una struttura dorsale che permette a chi lo indossa di portare facilmente un carico. Essa rileva automaticamente i movimenti del corpo e li segue con attuatori elettrici a bassa tensione per sostenere lo sforzo.
Destinato a essere utilizzato in ambienti esterni e in una gamma di climi estremi, HERCULE è progettato per resistere sporcizia, acqua, polvere e a un vario range di impatti.
L’obiettivo finale è quello di rendere HERCULE compatibile con FELIN (fantassin à Equipements et Liaisons Intégrés), il futuro sistema di fanteria soldato francese, e potrebbe essere messo in campo al più presto. (fonte: http://www.army-technology.com)
Come vedete il passo da fantascienza a scienza è spesso brevissimo.
Non fatevi spaventare dall’aspetto bellico della faccenda: tutti questi progetti serviranno anche a migliorare le protesi mediche che sono d’aiuto a vari tipi di disabilità. Cosa che tra l’altro già avviene da tempo.
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