El Gato Chimney e Giuliano Sale riaprono la stagione espositiva di Antonio Colombo. Di mostre qualitativamente rispettabili a Milano ogni tanto ne sbucano, ma questo binomio rappresenta un piccolo gioiello, e forse un segnale buono per l’avvenire. Sale e Chimney, due anime diverse, che convivono, separati, nello stesso luogo. Il primo, nell’intimo spazio di Little Circus, le 3 pareti a parte della galleria di via Solferino, con una pittura vera, cruda, reale, ma con elementi, pochi, surreali, come un naso allungato, o un ghigno particolare. Giuliano Sale riprende uno stile ritrattistico che gli era proprio già anni fa, e lo evolve, sempre con quella vera pittura moderna, quella che si studia a scuola, che si vede nei musei, costantemente sulle sue spalle. Lavori belli. E all’esterno, tutt’intorno, nuovi lavori del surrealista El Gato Chimney, a cura di Michela D’Acquisto, nuovi perché la mano, lo stile, i temi sono gli stessi, ma trattati con una magia diversa, più cupa, con quella velatura dark che fa riflettere sull’evoluzione dello stile, appunto, e delle tematiche sviluppate: una ricerca tra feticci, folklore, maschere, riti, culture lontane, elementi composti in un mondo alla Bosch. Da vedere.