Diario di un sopravvissuto agli zombie 4 – Inferno Eterno (di J.L. Bourne)

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Mentre orde di non morti continuano a scovrastrare la popolazione di un’America ormai in rovina, sulle isole Keys una nuova società sta mettendo le proprie radici. Ma la tranquillità che questo rifugio offre non è adatta a tutti: di certo, non lo è per un comandante della Marina che continua imperterrito a scandagliare le onde radio, in cerca di una speranza per l’umanità.
Il viaggio del protagonista della saga “Diario di un sopravvissuto agli zombie” non si arresta e prosegue per lande sconfinate e devastate, in cerca di una svolta e di una vittoria, in una storia densa di colpi di scena che non può finire con una resa!
Indossate le maschere antiga e le tute antiradiazioni, caricate i contatori Geiger, rimuovete la sicura alle vostre carabine e voltate pagina.
E occhi aperti. I non morti sono dietro l’angolo. (Quarta di copertina)

Chi mi legge da qualche anno sa che ho approcciato in tempi remoti la saga di J.L. Bourne, una delle prime a occuparsi delle zombie apocalypse letterarie, prima che l’argomento diventasse mainstream.
Il primo volume l’ho infatti letto in inglese, una decina di anni fa, quando ancora l’autore era del tutto sconosciuto al mercato italiano.
Poi Multiplayer ha acquistato i diritti per la pubblicazione nel nostro paese e J.L. Bourne ha scritto altri volumi della sua saga. Quattro, fino a questo momento.
Inferno Eterno è l’ultimo (perlomeno finora) ed è di gran lunga il migliore.

Ma facciamo un breve riepilogo, linkandovi le mie recensioni dei volumi precedenti:

Diario di un sopravvissuto agli zombie (di J.L.Bourne)

Diario di un sopravvissuto agli zombie 2 – Oltre l’esilio (di J.L. Bourne)

Diario di un sopravvissuto agli zombie 3 – La Clessidra infranta (di J.L. Bourne)

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Il quarto romanzo, dicevamo, è il più bello dell’intero ciclo narrativo.
In questi anni J.L. Bourne ha raffinato il suo stile, senza snaturarlo. Pur mantenendosi su alti livelli di accuratezza tecnica, in quanto a dettagli, strategie militari ed equipaggiamento, l’autore ha saputo creare maggiore empatia tra il protagonista di Diario e i lettori.
Il lungo periplo del nostro protagonista lo porta ad attraversare, in solitaria, una Georgia spettrale, due anni dopo che la zombie apocalypse ha ridotto il nostro pianeta a una landa abbandonata e putrescente.
Diretto ad Atlanta, in cerca di una fantomatica cura per la pandemia zombie, l’ex militare che abbiamo conosciuto nei tre precedenti volumi si troverà costretto a far conoscenza del mondo dei non-morti, un luogo in cui le minacce sono molteplici. Non sono solo gli zombie, spesso radunati in orde sconfinate, a costituire un pericolo, bensì anche i predoni, così come le malattie, le radiazioni delle centrali nucleari senza più manutenzione (radiazioni in grado, tra l’altro, di rendere gli zombie più rapidi e feroci), la mancanze di risorse, di medicine, di benzina.

Ritengo che il miglior pregio di Inferno Eterno sia proprio il ritratto estremamente realistico tracciato dall’autore. Da buon ex militare, Bourne riesce a immaginare e a descrivere un mondo proiettato due anni dopo la pandemia zombie. Ipotizza il progressivo decadimento delle tecnologie che diamo per scontate, dall’energia elettrica ai motori a scoppio. Rende partecipe il lettore di quanto potrebbe essere complicato far partire un automobile, pur avendo a disposizione sufficiente benzina. O di come potrebbe essere quasi impossibile trovare dei semplici antidolorifici, visto che nessuno ne produce più.

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La zombie apocalypse di Bourne è quindi ricca d’azione, ma anche di elucubrazioni, di scenari ipotetici di un mondo devastato da un’apocalisse (zombie, in questo caso, ma potrebbe benissimo trattarsi di un altro genere di fine del mondo).
La solitudine quasi assoluta del protagonista di Inferno Eterno, accompagnato solamente da un drone militare (il suo “cane cibernetico”), evita tutto ciò che costituisce il male di The Walking Dead, ovvero siparietti da soap opera, infiniti discorsi tra i sopravvissuti alla fine della civiltà, intrallazzi tra amanti, compagni che tradiscono e altri cliché tipici del filone zombie.

A tutto questo si aggiungono gli sviluppi alla trama parallela cresciuta di volume in volume, che rivela il motivo scatenante dell’apocalisse zombie, e i nomi di chi l’ha sfruttata per cercare di instaurare un nuovo ordine mondiale, seppur basato su un numero esiguo di superstiti.

Libro bellissimo, che mi ha fatto far pace con la letteratura zombie, da tempo venutami a noia.

Disponibile in formato cartaceo e digitale.

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(Articolo di Alex Girola – Seguimi su Twitter)

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