Scrivere mi piace, credo si capisca.
Tuttavia è un lavoro infame, con cui è difficilissimo campare (anche se l’obiettivo, per me, rimane proprio questo), in un ambiente sempre più ostile o indifferente.
Ciò che sono diventati rispettivamente l’editoria tradizionale italiana e il self publishing consiglierebbero di dedicarsi ad altro e, ve l’assicuro, a volte la tentazione è forte, fortissima. Anche perché non manco di interessi e potrei trarre maggiori soddisfazioni, anche economiche, con attività diverse da quelle di autore.
Tuttavia, come dicevo, a me piace scrivere. Da quel che ho capito c’è qualcuno che si diverte o si emoziona a leggere le mie storie. Non credo sia opportuno privarci di questo reciproco piacere (non nell’immediato).
Però per motivarmi ho bisogno di incoraggiamenti meno generici delle solite minchiate motivazionali. Così mi son messo davanti a un foglio e ho stilato i primi dieci motivi per cui, in questo momento, ritengo valido continuare a scrivere.
Rifacessi la lista domani, forse cambierebbe. Ma per ora è questa…
Dieci motivi per cui vale la pena continuare a scrivere
1. Perché tramite i personaggi dei miei racconti posso tornare a essere giovane, o magari diventare donna, o magari immaginarmi nel mio alter-ego da vecchio, o trasferito in un’altra città, paese, continente (etc).
2. Perché grazie alla scrittura posso riscrivere quella volta in cui non fui abbastanza sveglio da approfittare dell’assist che il Fato mi aveva riservato. Posso tornare indietro e accettare quella richiesta di lavoro, oppure posso farmi coraggio e fare quella proposta alla mia compagna d’università, che aveva una cotta per me e aspettava il mio primo passo. E posso fare tutto ciò, pensate un po’, scrivendo narrativa di genere!
3. Perché posso inventarmi un’eroina che assomiglia in tutto e per tutto a Maria Sharapova e, pensate un po’, posso anche innamorarmi di lei. Almeno un pochino.
4. Perché posso scrivere dei posti che frequento abitualmente, immaginandoli popolati da mostri, da creature splendide e pericolose, da cultisti degli Dei Antichi, o da supereroi. Posso prendere la realtà e rigirarla a piacimento.
5. Perché, in alternativa, posso trasferirmi oltreoceano e viaggiare per le strade di New York o sulle spiagge delle Canarie (ma infestate da zombie).
6. Perché scrivere è una cosa “attiva”, a differenza di tutte le altre attività che mi piacciono, ma di cui sono in qualche misura un utente passivo (lettura, cinema, fumetti etc).
7. Perché come autore posso dire la mia su quelle storie che mi piacciono fin da bambino, e che appartengono un po’ all’immaginario collettivo di noi appassionati di fantastico. Posso omaggiare i vecchi classici, oppure reinterpretarli.
8. Perché un giorno, magari, scriverò io stesso qualcosa che diventerà un classico, come Io sono Leggenda.
9. Perché scrivendo, e quindi documentandomi, sto imparando un sacco di cose. Esempio: avete presente le guerre Franco-Prussiane del ciclo di La Marmora? Ecco, mi sono fatto una cultura proprio per l’occasione.
10. Perché, nonostante tutto, mi diverto ancora a farlo.
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