Ci sono due domande ricorrenti che i miei lettori più affezionati mi pongono in continuazione:
– Perché oltre agli ebook non fai anche la versione cartacea dei tuoi libri?
– Perché non pubblichi anche in inglese?
Sono due quesiti interessanti e più che sensati. Chi è esterno al mondo dell’editoria (tradizionale o indie) non conosce i meccanismi che regolano questi strani mondi. In particolare, l’ambiente delle autoproduzioni segue delle regole particolari e uniche, anche a livello di vendite e di lettori di riferimento.
Perciò, quel che all’esterno appare scontato e semplice, a volte è in realtà molto più complicato e complesso. Cercherò di spiegarvelo in due post molto brevi e con parole semplici.
Ammesso che tutto ciò interessi a qualcuno…
Oggi ci occupiamo della questione: “Perché oltre agli ebook non fai anche la versione cartacea dei tuoi libri?“
L’interrogativo nasce soprattutto per due ragioni:
a) Alcuni lettori considerano gli ebook ancora dei ripieghi, continuando a preferire il cartaceo.
b) Altri lettori sono dei collezionisti e amano avere i libri “fisici”, magari autografati o con dedica.
Ragioni valide, diciamolo. Anche se io leggo soprattutto in formato digitale, non nego che certi libri voglio averli anche materialmente. Non capita spesso ma capita.
La prima cosa che vi faccio notare è che, ora come ora, anche un autore indie (“self”, se preferite) può realizzare della validissime copie dei suoi romanzi. Servizi quali CreateSpace sono ottimi sia a livello qualitativo che a livello di facilità d’utilizzo. Non sto dicendo che sono alla portata di tutti, ma basta fare un po’ di prove per riuscire a stampare dei libri che nulla hanno da invidiare a quelli degli autori tradizionali.
Anni fa avevo provato a stampare alcuni miei libri col medesimo servizio offerto dalla piattaforma Lulu. Ero giovane, scrivevo assai peggio rispetto a ora e avevo molti meno lettori. Tuttavia c’era già allora chi voleva i miei romanzi in formato cartaceo. Proprio queste richieste mi spinsero a provare il servizio di stampa di Lulu. I costi di creazione non erano enormi, a differenza di quelli di spedizione.
Una volta fatto il tutto, ordinai alcune copie per valutare il risultato finale, che era discreto. Quindi misi in vendita il romanzo in questione.
Nell’anno seguente sono riuscito a vendere due, e dico due (2) copie cartacee, a fronte di un centinaio di ebook.
E tutti quelli che mi avevano giurato e spergiurato che avrebbero acquistato il libro “fisico”? Mai più visti né sentiti.
Ora le cose andrebbero diversamente? Forse sì.
Mi sono perfezionato, ho scelto di avvalermi della collaborazione di editors e grafici, sicché i miei libri sono al 100% professionali. Possono piacere o meno, ma questi son gusti personali. Altra cosa è il giudizio obiettivo sul buono stato di un prodotto (sì, che vi piaccia o meno anche i libri sono prodotti, merci).
Ciò detto, credo che convenga realizzare le versioni cartacee di quei libri che hanno un pubblico potenziale molto vasto. Per esempio Zona Z o La Corte di Paracelso. Potendo contare su una stima accettabile di vendite, rientrerei nelle spese e magari guadagnerei anche qualcosa. A maggior ragione se le copie cartacee le dovessi comprare io, per poi rivenderle personalmente a chi ne fa domanda (questo è il modo più pratico per tagliare le spese di spedizioni delle singole copie).
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