Basta poco per cambiare il mondo. Serve un’idea, un esempio da seguire e molta passione per portarlo avanti. Un esempio come quello di God Save the Green, il film documentario di Michele Mellara e Alessandro Rossi, che collaborano insieme da 15 anni, è un messaggio chiaro di riscoperta di valori, per motivi diversi. I due autori, che hanno presentato il film presso il Cinema Mexico di Milano, prodotto da Mammut Film e dalla cineteca di Bologna, raccontano , attraverso una selezione di storie, di come il verde sia motivo di spinta per la sopravvivenza in alcuni luoghi, stimolo per cambiare le cose in altri, o ancora un vero e proprio stile di vita. L’elemento del verde, l’organico, le piante, i fiori, le coltivazioni idroponiche, gli orti privati o collettivi, oggi come mai prima rappresentano sfoghi e bisogni diversi in ogni parte del mondo. Da Berlino, dove il verde è un modo per migliorarsi la vita, portandolo per le strada o utilizzando piante e fiori addirittura come cibo primario; o Nairobi, dove con un saccone di plastica e pochi innesti di piante (come la Talea) si può creare un intero, per sfamare un villaggio; o ancora a Teresina, in Brasile, dove gruppi di donne procurano cibo a centinaia di bambini attraverso una coltivazione idroponica sviluppata grazie a semplici bottiglie di plastica bucate; e poi Casablanca, dove resiste l’ultimo giardino in un quartiere popolare; o ancora a Torino, dove un uomo in pensione ha creato sopra il suo terrazzo in centro nella città un giardino pensile da far invidia a qualche piccola oasi dell’Amazzonia, e ancora Bologna, o New York.
Un breve giro per il mondo realizzato con cura e passione in cui una colonna sonora accattivanteporta a rilevare realtà umane, contesti urbani, mondi ricchi in cerca di un ritorno a quella natura che livella le cose, che non permette le grandi differenze che l’uomo vive oggi . Una catena di volti, parole, case, villaggi, esperienze, gesti, sforzi, racconti, con un trait d’union, un legame comune di sottofondo: l’amore e la ricerca del verde. Verde come fonte di sopravvivenza, verde come ricchezza, verde come recupero di valori perduti, o semplicemente verde come bellezza estetica. Perché anche a questo serve: all’occhio che quotidianamente è ormai abituato al grigiore di una scatola chiusa come può risultare una città. E ci sono personaggi che, prima nel piccolo e poi man mano in comunità sempre più grandi ed elaborate, ogni giorno costruiscono qualcosa di nuovo con poche foglie e poca terra … che un documento come questo possa essere utile a smuovere qualche piccola parte di noi, e comprendere che, effettivamente, Dio deve salvare il verde ?