Da lunedì 16 giugno nella Plaza davanti alla grande scalinata d’entrata del MCA, il Museo d’arte contemporanea di Chicago, sarà difficile non alzare la testa per vedere 3 grandi sculture colorate, in grande stile come è d’uso realizzare l’artista inglese dalle origini nigeriane. Tre grandi Wind Sculptures (6 metri d’altezza) elegantemente ricompongono la piazza di non grandi dimensioni, portando Chicago e i suoi passanti a soffermarsi verso un intricato scambio tra culture. Le sculture dedicate al vento sono infatti realizzate con quei tessuti che Yinka Shonibare sempre utilizza nei suoi lavori: grandi batik dai pattern che rimandano a quella cultura africana che il colonialismo ha cercato di rimuovere, ma che paradossalmente hanno esportato a loro volta. I tessuti utilizzati dai paesi africani, e da Shonibare, sono esportati dagli Olandesi fin da tempi della colonizzazione. Un quesito, dunque, sulla purezza della storia di un Paese, e sulle sue origini. Una critica, sviluppata non attraverso quegli eleganti manichini senza testa che rimandano immediatamente all’artista anglo/nigeriano, ma attraverso 3 grandi vele che si muovono col vento, proprio come le vele dei barconi che importavano ed esportavano materiali, umanità e storie dal continente africano a quello europeo.