C’è qualcosa di straordinario e di segreto, nel cuore della Cina.
Il Governo ha lavorato per anni, per realizzarlo, e ora si accinge a mostrarlo al mondo, come simbolo di superiorità della Repubblica Popolare rispetto agli altri popoli. Qualora non bastasse il grande balzo in avanti in campo economico e industriale, ecco che i cinesi si sono infatti messi in testa di surclassare l’Occidente anche in quel che riguarda lo show business, l’intrattenimento.
Un selezionato gruppo di VIP e di giornalisti americani viene invitato all’evento di apertura di quello che dovrebbe essere il più grande spettacolo di tutti i tempi: il grande zoo dei draghi.
Ebbene sì: i rettili alati della mitologia sono sempre esistiti, anche se da secoli sono quasi estinti. Ma gli scienziati cinesi ne hanno clonati alcuni esemplari, e partendo da essi hanno popolato un’intera valle, trasformata in un eccezionale parco faunistico.
Ma tutto andrà liscio come si aspettano i responsabili del progetto?
Certo che no.
Da tempo non parlavo, qui sul blog, di un libro disponibile unicamente in lingua inglese.
Rimedio oggi con questo The Great Zoo of China, dell’autore australiano Matthew Reilly, di cui molti libri sono stati tradotti per il mercato italiano, almeno fino a qualche anno fa.
Matthew Reilly è uno scrittore che accosto ai registi più fracassoni di Hollywood: un Michael Bay o un Rob Cohen, per dire.
Le trame dei suoi romanzi sono ricche di colpi di scena, di azione, di personaggi esagerati, di salvataggi improbabili in stile 007 o James Bond.
Reilly si muove nell’indefinito terreno che si trova tra l’action thriller e la fantascienza. Potremmo parlare di fantathriller, se non fosse che ogni tanto ci sono anche puntate nell’urban fantasy e senz’altro degli elementi comuni ai romanzi d’avventura.
Reilly è spesso criticato perché i suoi libri sono la versione cartacea dei blockbuster movie, ma per il medesimo motivo piace a molti lettori in cerca di divertente evasione.
The Great Zoo of China ricalca lo “schema Reilly”, ma è un libro più elaborato e un pochino più ambizioso rispetto agli altri.
Semplificando all’estremo, il romanzo è una sorta di Jurassic Park coi draghi al posto dei dinosauri.
Non a caso questo film è uno dei preferiti dell’autore, come ha candidamente dichiarato nelle interviste di presentazione del volume in questione.
In The Great Zoo of China c’è una prima, breve parte in cui i protagonisti vengono introdotti nella valle dei draghi. Qui Reilly cerca di dare una credibilità scientifica all’esistenza dei simpatici bestioni alati, tra l’altro mettendo in piedi una teoria piuttosto divertente.
Fatto ciò, succede un prevedibile casino, i draghi sfuggono al controllo dei militari e degli scienziati cinesi, e gli invitati alla presentazione dello zoo si troveranno a girovagare nella valle, in cerca di una via di fuga. Nel mentre i rettili volanti devastano tutto ciò che c’è da devastare, in puro stile Jurassic Park.
Se cercate una letteratura “alta” state lontani da Reilly: non troverete nulla del genere nei suoi libri.
Se invece volete qualcosa di divertente, di roboante, senza pretese ma in grado di intrattenervi per diverse ore, The Great Zoo of China potrebbe rivelarsi una lettura più che piacevole.
Arriverà mai sul mercato italiano? Bella domanda. La stella di Reilly, nel nostro paese, sembra essersi offuscata. Tuttavia mai dire mai: un romanzo del genere troverebbe senz’altro una sua fetta di pubblico.
(A.G. – Follow me on Twitter)
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