Ho raggiunto le Colonne d’Ercole

colonne d'ercole

Dopo circa dieci anni di frequentazione del mondo della letteratura fantastica italiana – in qualità di blogger, recensore, lettore e autore – posso dire di conoscere per nome tutti coloro che condividono con me questa passione.
Conosco i lettori, gli scrittori, gli editori, gli addetti ai lavori… tutti. Forse dire che posso nominarli uno a uno è un’iperbole, ma non ci andiamo molto lontano.
Confrontandomi coi colleghi blogger, che gestiscono spazi molto frequentati, come lo è Plutonia Experiment, ho scoperto che abbiamo numeri molto simili, oltre i quali difficilmente si va. La conclusione che ho ricavato da questi dati statistici è una sola: abbiamo raggiunto le Colonne d’Ercole. Ossia abbiamo, chi più chi meno, parlato a tutto il pubblico interessato a ciò che diciamo (odiatori compresi).
Quindi restano solo due strade da percorrere: cercare di allargare questo pubblico oppure morire.

Io al momento ho scelto la prima opzione.
Anche per questo sto – da mesi oramai – cercando di far diventare trasversali le mie opere. Un esempio semplice: tramite l’iniziativa “testimonial digitali“, intesa come campagna promozionale, mi è incidentalmente capitato di far conoscere i miei ebook a un paio di modelle, che in principio dovevano unicamente farmi pubblicità e che ora sono mie lettrici. Ed è stato bello. Soddisfacente.

Ma allargare il pubblico non è semplice.
Come raggiungere persone che spesso e volentieri nemmeno sanno che potrebbero avere la passione per la letteratura fantastica?
Sì, perché a mio parere è questo tasto che andiamo a toccare. Esistono molti potenziali “lettori del fantastico” che non sanno di esserlo e che forse non lo diventeranno mai.
Basta vedere quanti spettatori riescono sempre a portare a casa le fiction che si occupano di fantascienza, horror e fantasy: Game of Thrones, The Walking Dead, American Horror History, Waynard Pines, Teen Wolf, Supernatural (e chi più ne ha più ne metta).
Ok, parliamo di media diversi. Eppure, se solo uno spettatore ogni dieci diventasse anche un lettore, l’intero settore della narrativa fantastica ne godrebbe in modo incredibile.

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Quindi è un obiettivo facile da raggiungere?
No.
Perché occorre muoversi con delicatezza, senza la goffaggine tipica degli spammer.
Perché bisogna far passare il messaggio che non stiamo solo vendendo libri, bensì stiamo regalando passioni che possono durare in eterno.

Viceversa, come dicevo, possiamo restare nel nostro bacino, che spesso è uno stagno, e continuare a darci le pacche sulle spalle a vicenda. Possiamo lamentarci che la fantascienza in Italia non se la calcola nessuno, che l’horror è considerato una roba da adolescenti innamorate, e che il fantasy è qualcosa a metà tra Harry Potter e George Martin.
Del resto gli addetti ai lavori non fanno nulla per uscire dalla loro nicchia. C’è un continuo accoppiarsi tra consanguinei che sta creando una prole di mostruosità.

Quindi non abbiamo – anzi non ho – scelta: evolversi o morire.

deliverance

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