Terminava oggi il Festival della Filosofia emiliano, tra le città di Modena, Carpi e Sassuolo. Numerosi in piazza ad ascoltare le parole di persone come Umberto Galimberti, Massimo Cacciari, Marc Augé, Remo Bodei, Eva Illouz o anche lo scrittore Stefano Benni, o il cantautore Vinicio Capossela. Insomma dei nomi della cutlura italiani da tener ben stretti che hanno incontrato in piazza in queste 3 città, incuriositi da un modo di pensare, quello appunto filosofico, che ci sembra tanto lontano, a che è tra i pochi che sa aprire ancora la mente. Il tema, sempre attuale, era l’amore, anzi, “l’AMARE”.
Labrouge è stato testimone a Carpi del discorso, molto contemporaneo e sicuramente positivo sul futuro, del filosofo tedesco Zygmunt Bauman, e già che c’era, ha visitato delle preziosità della città di Carpi. Dalla torre del castello, o Palazzo dei Pio, come è più noto, al castello stesso, dove con passione dopo il terremoto laboriosi restauratori stanno riscovando affreschi che arrivano fino al medioevo (come il noto Guerriero di Carpi), fino a mostre contemporanee come Mimmo Paladino, con incisioni dagli anni ’80 fino ai giorni nostri, e un benvenuto in cortile grazie all’imponente elmo in ferro. Fino a una mostra in uno spazio indipendente, ragione prima della gita carpigiana, lo Spazio Meme, sempre sul tema dell’amore, visto in un duplice percorso dai pittori Michael Rotondi e Giulio Zanet. Il titolo, Loveless, rappresenta l’antitesi di un mondo raccontato attraverso immagini costantemente forti, fatto di amore e passione, di tenerezza e porno carnale. Da vedere.