Il Martello e la Croce

The Hammer and the Cross

Immaginate un Alto Medioevo alternativo, in cui la magia esiste ancora, seppur ridotta in diffusione e in potere, così come esistono molte creature delle leggende e del folklore popolare.
La Chiesa cerca di schiacciare i rimasugli del paganesimo, per consolidare il suo dominio sui popoli a essa sottomessi. Tuttavia una visione mistica, legata al giovane Shef, figlio bastardo di una lady inglese e di un predone vichingo, mostra un futuro differente, col possibile ritorno alle tradizioni e agli antichi culti norreni. Questo sarà possibile solo creando un nuovo regno nel cuore delle Isole Britanniche, dove ciascuno sarà libero di scegliere liberamente se e a cosa credere…
Con l’appoggio di Re Alfred di Sassonia, il progetto di Shef sembra aver successo, tanto che i suoi seguaci riescono a cacciare i franchi comandati da Re Carlo il Calvo, invocato dai cristiani come “flagello dei pagani” in Inghilterra. Ma la Chiesa non demorde. Passano i mesi, e il feroce Bruno diventa nuovo imperatore del Sacro Romano Impero. La sua prima premura sarà quella di preparare una crociata contro i seguaci della Via Norrena…

Questa, riassunta molto per sommi capi, è la trama portante della trilogia Il Martello e la Croce, scritta da Harry Harrison (con l’aiuto di Tom Shippey) tra il 1993 e il 1997. Una saga ancora oggi molto valida e – so di ripetermi per l’ennesima volta – completamente dimenticata dagli autori italiani, che non la ristampano da più di 15 anni.

A metà tra fantasy storico e fantasy ucronico, Il Martello e la Croce è caratterizzato da uno stile abbastanza semplice e immediato e da una trama originale e azzeccata, con alcuni personaggi che risultano particolarmente riusciti (il feroce imperatore Bruno di Reginbald su di tutti).

Ma è soprattutto la storia alternativa che si sviluppa col procedere della narrazione a conquistare il lettore.
Si passa dalla nascita di un regno britannico slegato dalla cristianità, in cui la Via (il culto degli Dei di Asgard) è seguita dalla maggioranza della popolazione, all’evolversi di questa ucronia su scala mondiale.
Se da una parte il Sacro Romano Impero, baluardo della cristianità, ottiene un’alleanza coi bizantini, al fine di sconfiggere i pagani comandati da Shef, dall’altra i seguaci della Via cercano e stringono un patto strategico coi musulmani di Cordova, per contrastare la crescente spietatezza degli eserciti dell’imperatore Bruno.

vichinghi

Entrambi i condottieri, Shef e Bruno, si impegnano al contempo alla ricerca di sacre e magiche reliquie, utili a rendere maggiore la loro fortuna e più incisivo il carisma verso i popoli che governano. All’Imperatore toccherà la Lancia Sacra, che bucò il costato di Cristo sulla croce. Sarà sufficiente per farlo prevalere sui fedeli degli dei di Asgard?

Saga epica e adrenalinica, Il Martello e la Croce è un’ottimo esempio di come si può scrivere del buon fantasy senza ricorrere a stereotipi tolkeniani, bensì basandosi su tutto ciò che offre il “mondo reale”, distorcendolo e manipolandone la storia a piacemento degli autori.
Non fraintendete: non sto sto affatto sostenendo che il miglior fantasy è quello che non sfrutta mondi inventati di sana pianta. Non lo dico perché non lo credo.
Tuttavia il fantasy su basi storiche è una buona alternativa, oramai sfruttata assai raramente, per liberarsi dalla solita, ingombrante presenza di cliché quali elfi, nani, oscuri signori e anziani e saggi maghi*.

La saga di Harrison è stata pubblicata in Italia da Narrativa Nord e, in seguito da TEA, in versione economica.
L’unico modo che avete ora per recuperarla è ricorrere ai mercatini dell’usato, oppure acquistarla in lingua inglese, in formato ebook, per meno di cinque euro.
Ovviamente ve la consiglio, se amate gli elementi che ho cercato di evidenziare in questo articolo (ucronia, epicità, sapiente miscela di fattori fantastici su un solido impianto storico/realistico).

The Hammer and the Cross 2

* Bieco spam: anch’io sto scrivendo del fantasy storico. Se volete, date un’occhiata. Occhio però: non troverete né nani né hobbit.

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