Il mio Batman “in carne e ossa” preferito è Ben Affleck. Lo affermo qui.
Tuttavia il miglior Batman portato su schermo è un altro, e probabilmente non lo conoscete. Si tratta di Batman: The Dark Knight Returns, film d’animazione del 2012, basato sul fumetto-culto Il ritorno del Cavaliere Oscuro, di Frank Miller.
Il film è diviso in due parte, ciascuno di circa 75 minuti. Visti insieme compongono un lungo metraggio che non ha nulla da invidiare a quelli di Nolan (anzi).
The Dark Knight Returns è molto fedele alla graphic novel di Miller, ed è un prodotto assolutamente maturo, cupo, distopico, violento. Alla faccia di chi pensa che le pellicole d’animazione siano a esclusivo uso e consumo dei ragazzini.
La storia è nota: Batman si è ritirato da anni dalle scene, in seguito alla morte di Robin. Oramai Bruce Wayne non veste più il costume da tempo, bensì si limita a fare il miliardario pensionato, insieme al commissario Gordon, settantenne prossimo alla pensione, a cui ha finalmente rivelato la sua vera identità. Per Gotham i tempi sono duri: la criminalità spopola e la feroce banda dei “Mutanti” ha in pugno diversi quartieri. I suoi membri sono dediti a sequestri, stupri, rapimenti, e non sembrano volersi fermare davanti a nulla. Il ritorno in scena di uno dei vecchi nemici di Batman, Due Facce, indurrà Bruce, oramai cinquacinquenne ingrigito e stanco, a indossare di nuovo il costume e a tornare in azione.
Realizzato con cura per i dettagli, con grande approfondimento psicologico, e con una serie di considerazioni mai banali sul limite sottile tra la giustizia fai da te di Batman e il crimine, The Dark Knight Returns è un gioiellino che tutti gli appassionati di supereroi, di pulp e di noir dovrebbero vedere.
Visto che il mio parere può contare meno di niente, vi posso dire che critici ben più autorevoli del sottoscritto hanno promosso con entusiasmo questi due film.
La parte 1 ha una media di 7.9 su 10, su Rotten Tomatoes, mentre la parte 2 raggiunge addirittura lo score di 8.5 su 10, a giudizio dei critici di IGN.
Tra l’altro il Batman di questi due film è piuttosto simile a quello interpretato da Ben Affleck in Batman v Superman, ma è più anziano, ancora più fedele alla versione di Frank Miller, e più cupo.
Ma non è solo Bats a funzionare, bensì tutto l’insieme, a partire da una Gotham tetra e disperata, ai vecchi nemici di sempre dell’Uomo Pipistrello, anch’essi invecchiati, ma non per questo meno combattivi (anzi, alcuni di loro sono diventati più folli).
Tra le tante cose meravigliose di questo film in due parti, c’è lo scontro finale col Joker, realizzato in maniera superba, epica, inquietante.
Nella parte due c’è Superman, come è noto a chi già conosce la graphic novel da cui è tratto questo film d’animazione. I due personaggi iconici di casa DC si affrontano in uno scontro mortale che non ha nulla da invidiare a quello visto al cinema.
E, sì, questo Superman è molto più meritevole di prendere legnate rispetto a quello di Henry Cavill, visto che Miller lo ha interpretato come una deriva muscolare della presidenza Reagan, come un “boy scout” tutto patria, onore e America.
A me Batman v Superman è piaciuto (sparatemi – non so che altro dirvi), ma The Dark Knight Returns è assolutamente superiore al film di Snyder.
Tra l’altro lo trovate in vendita su Google Play, diviso in due parti, a un prezzo ragionevole. C’è in versione originale, ma con sottotitoli in italiano.
Compratelo (oppure noleggiatelo), poi mi ringrazierete con calma.
(A.G. – Follow me on Twitter)
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