A Palazzo Reale - Milano arrivano i SIMBOLISTI
Il Simbolismo
Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra
Una straordinaria mostra che mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a circa un centinaio di capolavori provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private.
Opere mai viste in Italia che già stanno generando una grande aspettativa fra pubblico e critica: Carezze (L’Arte) la straordinaria donna-ghepardo di Fernad Khnopff; la testa di Orfeo galleggiante sull’acqua di Jean Delville, entrambi provenienti dal Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles; l’enorme, sublime opera di Ferdinand Hodler, intitolata l’Eletto, dall’Osthaus Museum di Hagen e Il silenzio della foresta di Arnold Böcklin, dalla Galleria Nazionale di Poznan.
03.02.16 | 05.06.16
PALAZZO REALE Milano
Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group, la mostra è a cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in collaborazione con Michel Draguet.
Con 24 sale site al piano nobile di Palazzo Reale, la mostra mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a circa un centinaio di dipinti, oltre alla scultura e un’ eccezionale selezione di grafica, provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private.
Nelle varie accezioni in cui si è manifestato in Europa – dall’Inghilterra alla Francia, dal Belgio all’area nordica, dall’Austria all’Italia – il Simbolismo ha sempre dato un grande rilievo ai miti e ai temi che coincidevano con i grandi valori universali della vita e della morte, dell’amore e del peccato, alla costante ricerca dei misteri della natura e dell’umana esistenza.
La mostra presenta per la prima volta in Italia alcuni tra i più significativi capolavori del simbolismo europeo: innanzitutto alcune delle icone dell’idea simbolista del mondo: Carezze (L’Arte) la straordinaria donna/ghepardo di Fernand Khnopff; la testa di Orfeo galleggiante sull’acqua di Jean Delville, entrambi provenienti dal Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles; l’enorme, sublime opera di Ferdinand Hodler, intitolata l’Eletto, dall’Osthaus Museum di Hagen e Il silenzio della foresta di Arnold Böcklin, dalla Galleria Nazionale di Poznan. Si tratta di opere mai viste in Italia che già stanno generando una grande aspettativa fra pubblico e critica.
Una delle sezioni più scenografiche della mostra è composta dalle sale dedicate alla Biennale del 1907: una straordinaria vetrina di confronto tra l’arte italiana più evoluta, cresciuta anche dal confronto con le grandi mostre della Secessione di Berlino e di Vienna. Giulio Aristide Sartorio è presente con l'imponente ciclo pittorico Il poema della vita umana, realizzato per la Biennale del 1907, la stessa dove venne allestita la famosa Sala dell'Arte del Sogno che ha rappresentato la consacrazione ufficiale del Simbolismo in Italia. Il ciclo di Sartorio è affiancato dall’installazione dell’artista vicentino Alberto Tadiello, il cui intervento sonoro - l’incipit di una composizione musicale ripetuto molte volte in modo sfalsato- crea una nuova esperienza di fruizione artistica.
Attraverso 21 sezioni tematiche, il percorso espositivo si svolge poi tra atmosfere e dimensione oniriche: accompagnato dalle poesie di Baudelaire, tratte dalla raccolta ‘I fiori del Male’ il visitatore attraversa le sale della mostra passando dalle rappresentazioni demoniache di Odillon Redon, alle rappresentazioni dei miti di Gustave Moreau, al vitalismo di Ferdinand Hodler, al colorismo dei Nabis. Le interpretazioni dell’amore di Giovanni Segantini, l’immaginario divisionista di Gaetano Previati e la magia della decorazione di Galileo Chini rendono conto, tra l’altro, dell’importanza del movimento simbolista in Italia, permettendo così di riscoprire nomi meno conosciuti: Luigi Bonazza, seguace italiano di Klimt, Leo Putz, Giorgio Kienerk e gli scultori Leonardo Bistolfi e Amleto Cataldi. Il percorso espositivo si chiude immergendo lo spettatore nell'atmosfera fantastica delle Mille e una notte, il ciclo decorativo realizzato da Zecchin alla vigilia della Grande Guerra.