Ecco, proprio così. Controvento. Storie e viaggi che cambiano la vita (Einaudi) di Federico Pace non è solo libro di splendida scrittura, capace di calamitare attenzione e sentimenti in ogni pagina. E' libro capace di rammentarmi, se mai me ne fossi dimenticato, che viaggiare non significa solo attraversare continenti, macinare chilometri, raggiungere dstinazioni, comunque prendere e partire. Un viaggio è anche ciò che succede dentro.
Federico Pace questo ce lo dice attraverso le ombre di alcuni grandi, da Niemeyer a Einstein, da Van Gogh a Camus, da Gauguin a García Marquez, fino a David Bowie e Joni Mitchell: tutti fermati - o meglio, accompagnati - in un movimento in cui è la vita stessa che accade.
Le storie raccolte in questo volume - spiega all'inizio - inseguono alcuni protagonisti in quegli attimi e in quei luoghi, in quei viaggi, in quei gesti e in quelle fughe, alle curve del tempo, in cui si sono trovati a desiderare, e ad accettare, che la vita cominciasse ad accadere. O tornasse a farlo di nuovo, dopo un tempo troppo lungo in cui nulla sembrava più possibile.
Il viaggio allora è strappo da ciò che ci appartiene, è sfida che ci chiama alla prova, è disvelamento di una parte di noi che forse prima nemmeno sospettavamo esistesse. E' quel momento, appunto, in cui le cose si rimettono in moto. In cui siamo e diventiamo altro.