La leggenda dei 7 vampiri d’oro
di Roy Ward Baker
UK 1974
Sinossi
Kah, un santone cinese a capo di una setta di vampiri,si reca in Transilvania per cercare un’alleanza col Conte Dracula. Questi gliela concede, ma solo in cambio della possibilità di reincarnarsi nel corpo di Kah, per poter così operare liberamente nella sua terra natale
Cent’anni dopo, Dracula viene cacciato ancora una volta dal professor Van Helsing, venuto in Cina per indagare sulla leggenda dei sette vampiri d’oro. Ad aiutare l’olandese c’è un’intera famiglia di esperti d’arti marziali cinesi, intenzionati a distruggere i non-morti che infestano la loro provincia natale.
Commento
Ultimo film della Hammer incentrato sulla lotta tra Dracula e Van Helsing, La leggenda dei 7 vampiri d’oro non rappresenta forse la fine gloriosa della saga, ma senz’altro si distingue come un titolo particolare e coraggioso, anche se solo parzialmente riuscito.
Perso per strada Christopher Lee, storico volto del conte transilvano e stanco del ruolo, la Hammer poteva contare soltanto sul sempre ottimo Peter Cushing (Van Helsing), privo però del suo fido contraltare.
Conscia di questo pesante handicap e di una concezione cinematografica dell’horror in rapida evoluzione, la produzione optò per un insolito mash-up tra wuxia (i film di arti marziali orientali) e vampiri.
Da questa idea un poco strampalata nasce una pellicola che abbonda di scene di combattimento, in cui il buon Cushing se ne sta spesso in disparte, riservandosi soltanto le scene decisive dello scontro finale con Kah/Dracula.
La leggenda dei 7 vampiri d’oro è anche un film in cui non mancano scene di nudità, giustificate con la brutalità con cui i non-morti del titolo danno la caccia alle giovani vergini cinesi da sacrificare.
Il film è un piccolo cult per gli appassionati. Fosse girato coi mezzi odierni ne uscirebbe qualcosa di improbabile, esagerato e spettacolare. Eppure, già nel 1974, La leggenda dei 7 vampiri d’oro risultò essere fin troppo particolare e “movimentato” per i fan della Hammer, abituati a uno stile ben più british e gotico.
Il difetto più grande sta però tutto nella mancanza di Lee, che aveva deciso di togliersi il mantello di Dracula per dedicarsi ad altri ruoli.
Ciò nonostante il film può considerarsi riuscito proprio per il suo tentativo di svecchiare il genere, e per quello (ancora più estremo) di fondere due filoni apparentemente agli antipodi.
I vampiri d’oro sono creature maligne e sanguinarie, anche se non in tutti gli scontri la regia riesce a valorizzare il loro potere. Kah è un “maestro” temibile, complice anche la sua capacità di comandare un piccolo esercito di contadini-zombie resuscitati dai campi di una cina agricola e ancora ricca di superstizioni e di atmosfere lugubri.
In definitiva è un film imperdibile per gli appassionati, poco più che una curiosità per i profani.
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