The Marvel Projects

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The Marvel Projects è un progetto datato 2009-2010, realizzato per la Casa delle Meraviglie da Ed Brubaker (uno dei miei fumettisti preferiti) e da Steve Epting.
In otto volumetti (ora raccolti in un unico libro, pubblicato anche in Italia e di facile reperibilità), i due autori rendono onore alle origini dell’Universo Marvel, quando ancora esso apparteneva alla defunta Timely Comics. Si torna indietro nel tempo, in piena Seconda Guerra Mondiale, agli albori degli eroi mascherati. Un’epoca cupa ma gloriosa, in cui il pulp delle vecchie dime novels si fondeva con qualcosa di diverso, dando origine al genere supereroistico così come oggi lo conosciamo.
Ai tempi quei fumetti fungevano anche da propaganda americana; non a caso i nemici erano spesso nazisti, giapponesi o alleati dell’Asse, dotati di superpoteri o di invenzioni diaboliche. Nella reinterpretazione di Brubaker/Epting questi toni diventano più malinconici, ma non perdono affatto di epicità.
Attraverso le pagine di The Marvel Projects assistiamo alla nascita di Capitan America, ma anche al palesarsi di eroi ancora più “vecchi”, spesso dimenticati dalle nuove leve: la prima Torcia Umana, Angelo, Namor, Pallottola Fantasma, Electro il Robot e altri.

Al contempo leggiamo degli esperimenti fatti dai nazisti per produrre altrettanti superuomini al servizio del Terzo Reich, con la particolare collaborazione dell’atlantideo traditore Meranno, desideroso di un’alleanza coi tedeschi al fine di sottrarre la corona a Re Namor.
La narrazione segue un duplice binario: quello di New York, in cui il giustiziere Angelo indaga sull’infiltrazione di spie naziste e sulla morte di alcuni colleghi mascherati, e il fronte europeo, dove si va delineando un piano tedesco per ribaltare le sorti della guerra.

Non è tuttavia l’azione a impreziosire The Marvel Projects, bensì l’atmosfera retrò splendidamente attualizzata dagli autori, che approfittano dell’occasione per lanciare una serie di ragionamenti sul concetto stesso dell’essere eroi, cosa che va al di là di avere poteri e capacità fuori dall’ordinario. Non a caso la voce narrante della saga è Angelo, un vigilante mascherato senza alcun talento sovrumano, ma dotato di un grande senso di giustizia e di lealtà.

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Ma non è tutto. Sfruttando le origini della prima Torcia Umana, Ed Brubaker ripropone un tema molto caro alla narrativa supereroistica, vale a dire quella del “diverso”. Creato sinteticamente in laboratorio dal professor Horton, nel 1939, Jim Hammond (la prima Torcia) è un androide in tutto e per tutto simile a un essere umano, ma capace di generare delle potentissime e inestinguibili fiamme al solo contatto con l’ossigeno. Dopo aver distrutto diversi isolati di Manhattan in un tragico incidente, Hammond viene sepolto nel cemento in quanto ritenuto un mostro pericoloso e incontrollabile.
Qualche tempo più tardi, dopo essersi liberato dalla sua solida prigione, la Torcia vagabonda per New York in cerca di un futuro, finché il destino gli offre una possibilità di riscatto. Il Re di Atlantide, Namor, attacca la città e solo il suo intervento riesce a scongiurare la distruzione totale.
Parliamo tra l’altro dello stesso Namor che, pochi anni più tardi, diventerà uno dei primi alleati di Capitan America.

Volume imprescindibile per gli amanti della Marvel e delle storie solide e dotate di anima, The Marvel Projects è una lettura assolutamente consigliata, sia per chi adora il pulp che per chi preferisce i supereroi veri e propri.

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