my SECRET (FORBIDDEN) BOOK //// collettiva alla LIBRERIA UTOPIA, a cura di Alessandro RIVA

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Ciascuno di noi ha un suo libro segreto (e proibito) che lo ossessiona, o che forse lo conforta. A volte sono i libri che abbiamo amato e di cui noi soli ci sentiamo i destinatari ideali, altre volte sono libri mai pubblicati, o dimenticati, o che abbiamo nella testa e non abbiamo mai avuto il coraggio di scrivere. Può essere un libro vero o immaginario, quello che ognuno porta sempre con sé nel fondo del proprio inconscio o nell’angolo più recondito della propria mente, che rispecchia le proprie idee sul mondo, sull’umanità, sul sesso, sulla politica o sulla religione; un libro messo (idealmente) “all’indice” dalla cultura e dal conformismo contemporanei, il libro “nero” delle proprie pulsioni più nascoste e segrete, dei desideri proibiti e dei sogni inconfessabili, delle idee indicibili o delle paure più nascoste, quelle che non si osa confessare neppure a se stessi.

La mostra My Secret (Forbidden) Book si basa sull’idea che anche gli artisti abbiano il loro “libro segreto (e proibito”), che li rappresenta e in cui si riconoscono.

Nella cornice della storica Libreria Utopia – la più anticonvenzionale delle librerie italiane – una ventina di artisti irregolari (quelli che, parafrasando William Burroughs, il “fuorilegge della letteratura”, potremmo definire come veri e propri “fuorilegge dell’arte”, provenienti da ambiti diversi, come il fumetto, la street art, o i territori ambigui che stanno tra arte, illustrazione, pratica artistica illegale e creatività underground), presentano la copertina ideale del loro “libro segreto”.

Ecco allora Dario Arcidiacono, con il suo linguaggio peculiare che guarda al fumetto underground e al cinema splatter giocare, tra satira politica e divertissement surrealista, sulle teorie complottistiche immaginando un ipotetico pamphlet sulle “teorie del complotto sull’11 settembre finalmente spiegate ai bambini”. Ecco il gruppo più sarcastico e corrosivo dell’arte italiana, Laboratorio Saccardi, che presenta un parodistico libro “segreto” del più misterico degli scrittori degli anni Settanta, Peter Kolosimo, dedicato a loro, e ai grandi segreti dell’arte: il titolo è “Saccardi senza tempo”, il sottotitolo “Storia dell’arte universale complottista, I retroscena, i segreti, gli enigmi dell’arte extraterrestre, Tutta la verità sull’arte umana, Le bugie del Rinascimento”.

Ecco Massimo Caccia esercitarsi, con grande eleganza grafica, su una parodia fantastico-zoomorfa di “Gola Profonda”, mentre Anna Muzi gioca sul filo del mistero a sfondo sessuale con un immaginario romanzo intitolato “Il segreto indicibile”, che allude a misteriosi giochi erotici. Sempre in tema di erotismo, Tomoko Nagao propone invece, in chiave iperpop, una reinterpretazione di un celebre passo di Bataille scritto sull’etichetta (modificata) di un barattolo della Nutella.

Felipe Cardeña propone la copertina di un libro dal titolo paradossale – “Porno Zombie with the Common Sense Addiction” – tra immagini di teschi, zombi, alieni, supereroi, citazioni baconiane e simboli esoterici stagliati sul lussureggiante sfondo floreale tipico della produzione dell’artista, mentre Hurricane Ivan ha immaginato un ironico libro per la buona notte, intitolato “Lexotan – Bed Time Stories”, tra mostri, feti, esseri deformi e vecchie zitelle infernali. E ancora, Giacomo Spazio presenta un libro-oggetto intitolato “Hard Pop Life”, su cui campeggia la figura di un uomo impiccato e la scritta “I hate you so much!”, mentre Marco Mazzoni si lascia andare a immaginare “Come uccidere l’umanità e farla franca”.

David Bacter, con il suo stile peculiare, ripropone la copertina di un ipotetico e surreale libro-rivista dal melodrammatico titolo “Storie tristi” (sotto cui compare la scritta: “Vietato a tutti!”), mentre Microbo e Bo 130 giocano con quadri dalla forma di libri, su cui si stagliano a collage figure di ipotetiche testate, e Matteo Guarnaccia propone, al contrario, un articolato e ricchissimo libro-oggetto pieno di immagini a collage, disegni e accessori vari.

Non mancano alcune copertine dedicate a libri reali: come il folle e complicatissimo disegno di Marco Pace incentrato sui Sogni di Mishima, o la “copertina ambivalente” di José Muñoz, valida sia per “L’homme Révolté” che per “Il mito di Sisifo”, due tra i più corrosivi saggi di Albert Camus; Thomas Berra ha realizzato una parodia delle celebri copertine dei gialli Mondadori di Carlo Jacono, mentre la copertina di Miguel Angel Martìn reinterpreta, con lo stile sintetico e spietato del disegnatore spagnolo, il pasoliniano “Salò o le 120 giornate di Sodoma”.

In tema di misteri, Andrea Zucchi si sbizzarrisce sul mito di Abraxas, a partire da un testo misterico di Jung, “Sette sermoni ai morti”, scritto dal grande psicanalista in stato di trance, mentre Agostino Arrivabene ha tirato fuori dal cassetto il suo personalissimo libro segreto, vergato su pagine di Moleskine, e incentrato sui misteri eleusini e sull’Inno a Demetra di Omero. Anche AkaB ha portato allo scoperto un suo libro-oggetto segreto, realizzato interamente a disegno, pittura e collage.

Anche Enrico Lombardi propone un suo personale, e reale, libro segreto (e proibito): quarantanove canti, scritti in un linguaggio asciutto e spietato come una lama di coltello, che affrontano temi come il sesso, la malattia, la disperazione, la perversione, l’amore, la morte; una pagina autografa di questo manoscritto sarà esposto in mostra.

Dorian X propone invece la copertina di un suo libro, “La sirena a due code”, realmente scritto da lui ma mai dato alle stampe, dalle tinte esoterico-fantascientifiche; mentre Vittorio Giordano Brevi jr, artista dal talento eclettico e fuori dalle righe, presenta un quadro dedicato al suo celebre personaggio immaginario, Mr Levoluzione, balordo e surreale giramondo, che passa il suo tempo a viaggiare con il cervello spappolato da ogni sorta di droga, intento a strane occupazioni, quali limarsi i denti e parlare con misteriosi animali (come il “famosissimo Topo che fuma, che cambierà la sorti del mondo”).

Quella che ne risulta è una mostra atipica e inclassificabile, la mostra politicamente, eticamente, sessualmente e artisticamente più scorretta che esista.

A. Riva

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