L’ora della violenza (1996)

L'ora della violenza

Tra gli anni ’80 e ’90 spopolava un filone dell’action thriller di serie B, quello della violenza nelle scuole, con le immancabili gang di teenager, organizzati in stile “squadroni della morte”, i professori minacciati e inermi, tranne il duro di turno, un preside, un supplente, un prof sopra le righe, determinato a mettere ordine e a favorire il percorso dei pochi studenti intenzionati a diplomarsi.
Il canovaccio di queste pellicole è sempre – e dico sempre – questo, tranne poche varianti, come il trash gustosissimo di Classe 1999, un thriller distopico di esagerata cattiveria e burineria.
Oggi però vi parlo di un altro titolo del medesimo filone che, per ragioni che non ricordo, ai tempi guardai addirittura al cinema. Si tratta de L’Ora della Violenza (The Substitute, in originale).
Mercenari e scuola superiore. Un bel crossover.


John Shale è un mercenario professionista, di quelli che potreste ingaggiare leggendo Soldier of Fortune.
Dopo l’ultima missione effettuata sotto copertura, a Cuba, la sua squadra è costretta a sciogliersi. John torna a Miami, dalla sua fidanzata Jake (Diane Venora), insegnante in una scuola superiore della città, in cui le gang hanno il controllo quasi totale – professori compresi.
Dopo aver osato alzare la voce col bullo locale, la bella Jake cade vittima di un agguato. Un balordo le spezza la gamba, obbligandola a lasciare momentaneamente l’insegnamento. John si finge un supplente e prende servizio nella scuola, deciso a fare piazza pulita.
Dopo aver fatto le sue indagini ed essersi scontrato coi peggiori ceffi dell’istituto, John scopre che è il preside stesso, un ex poliziotto corrotto, a utilizzare la sua scuola come centro logistico per gestire lo spaccio nei quartieri difficili della città.
A questo punto per il roccioso John non c’è altra scelta se non quella di chiudere i conti coi cattivi, una volta per tutte.

the substitute

Come vedete la trama è fin troppo standard ma, sempre ricordando che si tratta di un b-movie, il film ha i suoi pregi: personaggi “cazzuti”, che reggono la parte al meglio dei cliché interpretati, ritmo, la giusta dose di cattiveria e di violenza, ma anche una morale di fondo che fa parteggiare per i buoni.

Tom Berenger aveva la faccia giusta per questo genere di ruoli e, al netto delle poche espressioni facciali concesse a dei duri del genere, sapeva anche recitare discretamente bene.
Anche i cattivi – un giovane e sboronissimo Marc Anthony nei panni del bullo Lacas, e il bravo Ernie Hudson (il ghostbuster Winston Zeddemore!) in quelli del preside corrotto – fanno il loro sporco lavoro, da bravi mestieranti.

Vedendo il gran proliferare di film moderni, in cui le scuole “difficili” si sono trasformate sostanzialmente in set per accedere alle finali di una gara di ballo o di canto in stile Amici, c’è da rimpiangere queste vecchie pellicole muscolari e ignoranti.
Almeno lì c’era la bella soddisfazione di vedere i bulli presi a scarpate in bocca.
Volete mettere?

l'ora della violenza 2


(A.G. – Follow me on Twitter)

Segui la pagina Facebook di Plutonia Experiment

Archiviato in:film, recensione

Informazioni su 'Alessandro Girola'