Le ospiti di Plutonia: Intervista a Irene Cao

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Irene Cao è già stata ospite in questa rubrica.
Da allora non ha ancora smesso di macinare successi di vendita, in qualità di scrittrice specializzata nel genere erotico. Dopo aver polverizzato diversi record di vendita con la trilogia nata col volume Io ti guardo, Irene ha da poco pubblicato un nuovo dittico, Per tutti gli sbagli e Per tutto l’amore.
Che il genere vi piaccia o meno (diciamo che è insolito trattarlo qui, su Plutonia Experiment), leggendo qualche pagina di un libro della Cao vi balzeranno subito all’occhio una proprietà di linguaggio e uno stile che vanno molto sopra la media di tanti colleghi, italiani e internazionali.
In questi mesi ho avuto la fortuna di conoscere Irene, persona oltremodo gentile e disponibile. Da un fitto scambio di tweet nasce questa intervista, accompagnata da alcune foto che l’autrice stessa mi ha fornito.
Spero che per voi risulti essere una piacevole lettura.
Se volete, potete seguire Irene Cao su Twitter e/o su Facebook.

Intervista a Irene Cao

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  • Nata a Pordenone, laureata in Lettere Classiche, un dottorato in Storia Antica in curriculum, autrice di libri erotici diventati bestseller in Italia, e ora commercializzati anche all’estero. Ho dimenticato qualcosa di essenziale, nel presentarti ai miei lettori?

Irene: Direi di no, non hai dimenticato nulla di essenziale. Poi, sai, per come la vedo io, l’essenziale non sta nelle cose che siamo riusciti a fare, ma in quello che rimane dentro di noi durante il percorso.

  • La più classica tra le classiche domande da fare a uno scrittore: quando, come e perché hai deciso di dedicarti professionalmente a quest’attività?

Irene: Scrivere non è qualcosa che si decide. È qualcosa a cui si approda dopo essersi ascoltati dentro. Almeno, nel mio caso è stato così. Non ho mai frequentato delle “scuole di scrittura”. Ho iniziato ad avvicinarmi alla forma del romanzo nel 2008: avvertivo la necessità di dar corpo a una storia che da un po’ sentivo crescermi nella pancia. Volevo raccontarla a tutti i costi, affidandomi agli unici strumenti del mestiere di cui disponevo: il cuore e la tenacia. Strumenti che da allora tengo sempre con me.

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  • Non sono un grande esperto di letteratura erotica tuttavia, leggendo il tuo primo romanzo (Io ti guardo) ho notato che, a differenza di tanti tuoi colleghi, hai uno stile molto curato, piacevole e scorrevole. Hai studiato qualche manuale di scrittura in particolare, o la tua bravura deriva interamente dai trascorsi scolastici/universitari?

Irene: Nessuno mi ha insegnato a scrivere. I miei maestri sono stati i libri che ho letto (di tutto e di più, senza limiti di genere, dalla saggistica alla poesia) e la musica. Avere senso del ritmo è fondamentale per far scorrere la storia.

  • È da poco uscito il primo volume della tua nuova bi-logia. Dopo il successo di Io ti guardo sei passata a Per tutti gli sbagli. Cosa cambia, a livello di atmosfere e di tematiche, tra i protagonisti delle due saghe?

Irene: Nella trilogia la storia era raccontata in prima persona, attraverso gli occhi di Elena, l’insicura protagonista femminile. Lì c’era una sorta di viaggio iniziatico al piacere e all’abbandono dei sensi. Nel caso della bilogia mi confronto con un personaggio femminile tosto e vincente: Linda, per certi versi, è l’opposto di Elena. Il sesso è più maturo e immediato. La storia è raccontata in terza persona, espediente che mi ha permesso di inseguire le varie microstorie dei diversi personaggi. Per tutti gli sbagli è ambientato nel Veneto delle colline, del buon vino, delle ville palladiane; Per tutto l’amore (il secondo volume in uscita il 9 luglio) ci porta a Lisbona. Volevo dare alla storia un respiro europeo.

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  •  Una classica domanda che tutti gli scrittori di genere erotico si sentono porre: quanto c’è di personale in quel che scrivi? Quanto attingi a esperienze personali, e quanto è mutuato dai cliché della letteratura di questo tipo?

Irene: Io non sono Elena né Linda. Ma per dare un fondo di verità e sincerità alle mie storie, ci metto sempre qualcosa di me. Semplici dettagli, frammenti di emozioni vissute, ricordi di volti incontrati: suggestioni che raccolgo, rielaboro e amalgamo nella pagina.

  • Un’ultima domanda, suggerita da un lettore del mio blog (nonché scrittore a sua volta), che è un tuo grandissimo fan: essere una donna affascinante aiuta a vendere, oppure questo è solo uno luogo comune?

Irene: Non ne ho idea, ma credo che la bellezza sia piuttosto un “disvalore” per chi vuole scrivere, perché sfortunatamente non si è ancora estinto il luogo comune “se è bella, è stupida; se è brutta, è intelligente”. Ad ogni modo, io non mi sono mai ritenuta affascinante o bella.
I libri vendono e arrivano a chi legge quando non mentono.

Per tutti gli sbagli

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