Piero MANZONI 1933-1963 //// grande mostra a MILANO, la sua città

Piero Manzoni 1933-1963 a Palazzo Reale ritratto di Piero con le sculture viventi sul piedistallo magico labrouge

Ha inaugurato oggi l’esposizione Piero Manzoni 1933-1963 a Palazzo Reale di Milano: un’ampia, completa e densa – densissima – manifestazione dedicata a uno dei più grandi rivoluzionari tra gli artisti italiani della seconda metà del ’900. In mostra tutti i nuclei delle opere manzoniane: le tele materiche scure; le linee; gli achrome; i corpi d’aria; il fiato d’artista; le uova; le sculture viventi (attraverso fotografie, manifesti e video); la base magica; le tele “pelose”. Un percorso utile e certamente interessante, soprattutto se accompagnato dalla buona documentazione sviluppata tra testi e video, per conoscere e assorbire il percorso di Manzoni, ma non per fruire dell’essenza concettuale e formale delle sue opere.

Durante la conferenza stampa viene spiegata l’importanza di Manzoni come “artista geniale, innovatore e controverso”, e in rapporto a Milano, la sua città, dove è cresciuto, dove ha lavorato a fianco di personaggi come Lucio Fontana, e dove fondò la galleria Azimut insieme a Enrico Castellani. La stessa in cui nel 1959 sviluppò una personale dedicate alle Linee, in mostra ora a Palazzo Reale rappresentate da 7 esemplari, di cui il grande cilindro, quello con la Linea più lunga in assoluto. Manzoni a Milano si colloca in un momento di snodo e rottura, dove appunto personaggi come quelli citati, o come l’amico Vincenzo Agnetti – che descrive i suo achrome come “questi quadri bianchi, così semplici, così vicini al niente: queste tavole di bellezza ricordante, di tentativo autoconvincente nell’assenza per una possibilità x” – sviluppano nuovi pensieri e opere che sfociano in piccole rivoluzioni come la famosa Merda d’artista, mentre intorno si sviluppavano altre neoavanguardie, come in Francia con Yves Klein, in Germania con il gruppo Zero, o in Olanda con il gruppo Nul. Manzoni era Manzoni, era lui e la sua azione.

La mostra di Milano è la più completa mai realizzata. Ci sono 130 opere da visionare, ma l’impatto, il primo, quello istintivo, non è di chi guarda l’opera di Piero Manzoni, ma è di chi entra in un normale museo, dove le opere sono una a fianco all’altra, per colore e periodo. E dove purtroppo il privilegio di averle li insieme non conta, perché la sensazione è che l’autore non ci sia. Che non avrebbe creato una mescolanza fitta di opere d’arte come a un mercato, sebbene lui, “il mercato”, l’abbia dominato quasi per primo. Insomma è una mostra su Manzoni, senza l’anima di Manzoni. Difficile da fruire e dunque da assorbire e apprezzare.

L’opera di Manzoni forse vive in un determinato momento. Non si può mescolare. E’ meglio scovarla in qualche Museo o galleria nella sua dimensione unica.

Il colpo finale, comunque, rimane all’uscita … quando nel bookshop la vediamo la, davanti a noi, in 9000 edizioni a un prezzo basso, la scatola di merda d’artista. E allora si che viene voglia di pensare che fare una mostra deve consacrare – e rispettare – l’artista. E non la non curanza di chi se ne è occupato.

Piero Manzoni 1933-1963 a Palazzo Reale Achrome pimpi bianco labrouge

Piero Manzoni 1933-1963 a Palazzo Reale Linea labrouge

Piero Manzoni 1933-1963 a Palazzo Reale merda d'artista labrouge

Piero Manzoni 1933-1963 a Palazzo Reale ABCD labrouge

Piero Manzoni 1933-1963 a Palazzo Reale Achrome 1958,1959  labrouge

Piero Manzoni 1933-1963 a Palazzo Reale Achrome 1961 labrouge

Piero Manzoni 1933-1963 a Palazzo Reale Achrome panini labrouge

 

Piero Manzoni 1933-1963 a Palazzo Reale Base magica labrouge Piero Manzoni 1933-1963 a Palazzo Reale Linea scatoletta labrouge

Piero Manzoni 1933-1963 a Palazzo Reale MErda d'artista  labrouge

Piero Manzoni 1933-1963 a Palazzo Reale respiro labrouge

Piero Manzoni 1933-1963 a Palazzo Reale ritratto di Piero con le sculture viventi sul piedistallo magico labrouge

Piero Manzoni 1933-1963 a Palazzo Reale Uovo con imrponta d'artista labrouge

Informazioni su 'Rossella Farinotti'